L’incontro di oggi tra Enrico Letta e Matteo Salvini potrebbe regalare un risvolto inaspettato. Le posizioni politiche rispetto all’Unione europea dei due leader a primo impatto potrebbero risultare diametralmente opposte, ma a questo punto della storia la distanza sembrerebbe essere solamente sulla carta. Salvini ha fatto un passo in avanti rispetto all’unione monetaria, mentre Letta non si è tirato indietro dall’appoggiare il pragmatismo di Mario Draghi e, dove necessario, puntare il dito contro Bruxelles. Diminuendo, di fatto, il divario tra le due forze politiche. Per questo il confronto di oggi in occasione della presentazione del rapporto Ispi 2021 su “Il mondo al tempo del Covid- l’ora dell’Europa?” potrebbe rivelarsi piuttosto interessante.
Letta Salvini, tutti e due valutano negativamente l’Ue sulla lotta al Covid
Nei giorni scorsi non sono mancati gli screzi tra Letta e Salvini. Nonostante questo, però, qualche punto in comune i due potrebbero trovarlo. Il leader della Lega nei giorni scorsi è stato travolto dalle critiche per aver commentato negativamente e in modo particolarmente duro la campagna vaccinale europea, definendola “la dimostrazione del fallimento di Bruxelles“. E così, sono volati i commenti di tutti coloro che lo stavano aspettando al varco per accusarlo di non aver mai abbandonato le sue repulsioni nei confronti dell’Unione europea. Ma che ci sia stato, e che ci sia tuttora, un problema con il tema vaccini è innegabile.
Questo lo sa Salvini, lo sanno coloro che oggi gli urlano contro e lo sa anche Letta. Non è un’opinione: lo dimostrano i dati. Nella lotta al Covid l’Unione europea si è dimostrata paralizzata: non solo ha fatto una figuraccia agli occhi di tutto il mondo trattando al ribasso sui prezzi dei vaccini, ma come sottolinea Riccardo Mazzoni su Il Tempo non ha nemmeno finanziato tempestivamente la produzione autonoma, cosa che invece hanno fatto già un anno fa Trump e Johnson. E grazie al quale oggi Gran Bretagna e Stati Uniti vantano un numero di vaccinati nettamente superiore. Portando, al contrario, noi europei in un una zona cieca che ci impone di chiedere aiuto a Biden e alimenta lo scontro contro la Gran Bretagna.
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Letta e Salvini, il rapporto Ispi bocca l’Europa
Per fortuna, però, la valutazione sull’Unione europea non si basa solo sulla lotta al Covid. Anche perchè altrimenti non si potrebbe che bocciare, o addirittura iniziare a pensare al suo declino ufficiale. Come ricorda il rapporto Ispi 2021, infatti, l’Ue nell’ultimo anno si è dovuta occupare anche di altre questioni spinose come il completamento della Brexit, gli accordi di Abramo tra Israele, Emirati Arabi Uniti e Bahrein, la vittoria di Joe Biden alle presidenziali americane. Tutti temi che, di fatto, sono stati oscurati dalla pandemia. Ma la realtà è che la crisi sanitaria ha scoperto quei nervi che le Istituzioni tentavano in ogni modo di tenere coperti: la dimostrazione che nell’Unione europea non c’è più né una sovranità comunitaria né una sovranità nazionale. Perchè gli stati membri sono bloccati dalle regole europee, e l’Ue, dall’altra parte, è vincolata dai trattati e dalla clausola dell’unanimità.
Letta e Salvini dovranno esporsi proprio riguardo a tutti questi temi. Ecco perchè potrebbe essere particolarmente interessante l’incontro. Oggi, infatti, le distanze tra i due potrebbero dimostrarsi meno smisurate di quanto si potesse immaginare. Non solo la Lega ha ridimensionato la sua posizione euroscettica, ma anche Enrico Letta si è leggermente allontanato dalla linea del rigore a oltranza, sottolineando le sostanziali differenze che si sono sviluppate tra l’Unione solidale di oggi e quella di dieci anni fa. E, inoltre, si è allineato al presidente del Consiglio Mario Draghi nella richiesta di rendere permanenti il Next Generation Eu e la condivisione del debito attraverso gli eurobond.
Letta e Salvini, e sul tema migranti?
Senza la pandemia, sicuramente, le posizioni di tanti europeisti come Letta e Draghi non sarebbero cambiate. L’Unione europea, però, non si è dimostrata all’altezza della sfida e questo oramai è innegabile. Ma il nuovo scenario potrebbe rivelarsi un’opportunità interessante per l’Italia guidata da Draghi, un uomo che gode di una certa autorevolezza a Bruxelles. Le difficoltà del Presidente francese Macron e l’era che pare stia volgendo al termine di Angela Merkel potrebbero far aprire all’Italia le porte di una nuova leadership comunitaria. Anche per riuscire a riconquistare credito sul Mediterraneo, oggi mare di Putin e di Erdogan. Acque nella quale continua a consumarsi la crisi immigratoria, un altro tema spinoso secondo il rapporto Ispi 2021.
Una questione che, tra l’altro, divide nettamente Salvini e Letta. E sulla quale l’Unione europea tergiversa da troppo tempo. Stando a quanto riportato dal rapporto, “la mancanza di soluzioni efficaci alla gestione condivisa a livello europeo dei flussi migratori è tangibile. Suggerisce che quella migratoria resterà una delle grandi questioni irrisolte del progetto di integrazione europea per molto tempo a venire”. Insomma: anche sull’immigrazione l’Unione viene senza ombra di dubbio bocciata. Perchè anche se la pandemia ha fatto calare le migrazioni regolari, il numero di quelle irregolari è comunque continuato ad aumentare. E il “Nuovo patto per Lampedusa igrazione e l’asilo” della Commissione non è altro che “la fotografia dell’Europa che sul tema migratorio continua a rimanere disunita”. Dai vaccini alla migrazione, quindi, l’Unione si becca un bel voto negativo. Cosa che, probabilmente, farà gongolare Matteo Salvini. >> Tutte le notizie di UrbanPost