Bologna, 28 aprile 2021 – Winelivery, il rider strappa il biglietto fascista e viene licenziato. Peculiare la vicenda di Luca Nisco, 30 anni, licenziato dal suo lavoro di rider per aver fatto a pezzi il biglietto con una dedica inneggiante al Duce. La piattaforma che consegna vini a domicilio ha licenziato il fattorino per la condotta scorretta, ma Luca Nisco intende ricorrere alle vie legali.
Bologna, Winelivery: il bigliettino fascista
Winelivery è una piattaforma attiva in diverse città che assicura consegne di bottiglie di vino fresche e pronte per essere stappate in 30 minuti dall’ordine. L’ordine può essere accompagnato da una dedica, che poi viene trascritta dal personale del servizio. La dedica che il collega di Luca Nisco si è trovato a dover trascrivere il 25 aprile riporta un testo diverso dal solito. “In questo giorno di lutto – si legge – che il nostro Duce possa guidare da lassù la rinascita”. La reazione del personale è di indignazione. “Ci siamo guardati tutti in faccia imbarazzati – spiega Luca –, qualcuno ha commentato. Poi la consegna mi è stata affidata. Ho provato indignazione per quel messaggio, stupore che ancora oggi siano scritte certe cose”, è il commento di Luca raccolto da Il Resto del Carlino.
Il rider licenziato
“Appena arrivato al domicilio, davanti alla signora che doveva ricevere l’ordine, ho preso il biglietto e l’ho strappato”. Ma che c’era scritto?, chiede lei. Risposta: “Oscenità”. L’indomani, però, il rider si sveglia con una brutta sorpresa: la piattaforma che trova i corrieri per Winelivery invia una mail a Nisco. “Buongiorno Luca, la presente per informarti che l’offerente Winelivery ha annullato tutti i turni a te assegnati, segnalando un comportamento scorretto tenuto durante lo svolgimento di un job. Ti chiediamo di considerare nulle le lettere d’incarico ricevute per i job con Winelivery”. Insomma, la piattaforma di consegne non perdona l’azione di Luca.
Dove ha sbagliato il rider?
Dove ha sbagliato il rider? In realtà, un errore è stato compiuto prima che lui leggesse e stracciasse il biglietto con la dedica. Perché l’azienda si riserva il diritto di “non consegnare un biglietto in caso in cui sia contrario al decoro, all’ordine pubblico, offensivo”. Dunque, è l’operatore che ha trascritto il messaggio che in primo luogo “non ha seguito l’indicazione aziendale” mettendo nero su bianco “un bigliettino contrario alla legge”. “Parliamo di apologia di fascismo”, specifica Winelivery, contattata dal Carlino.
A sua volta, però, Luca Nisco ha, secondo l’azienda, “attuato due comportamenti scorretti”. Primo, “una palese violazione della privacy aprendo il sacchetto e leggendo il biglietto. Al netto del contenuto, non doveva assolutamente accadere”. Secondo, “ha attuato nei confronti del cliente finale un comportamento non in linea con i valori aziendali, strappando il biglietto”. Il destinatario, continua Winelivery, è diverso dal mittente, e “in un certo senso è incolpevole”.
L’azienda di consegne di vino quindi capisce il gesto del giovane rider, ma egli ha infranto il regolamento interno e per questo “non lo riteniamo più una risorsa in linea con quelli che sono i livelli di servizi che vogliamo dare al clienti”. Il rider, secondo l’azienda, poteva “rifiutarsi di consegnare l’ordine e portarlo indietro, piuttosto che comportarsi in quel modo”.
Il rider: nessuna violazione della privacy
Dal canto suo, Nisco, che è intenzionato ad impugnare il provvedimento, ritiene che non ci sia stata nessuna violazione della privacy. “Mi è stata data la busta dove ho messo le bottiglie e il biglietto che era aperto. Non c’è stata nessuna violazione della privacy. Ho sbagliato a strapparlo, ma la reazione dell’azienda la reputo eccessiva”. >> Tutte le news di UrbanPost