Vai al contenuto

Perché è importante seguire un corso di programmazione Web?

01/09/2021 10:40 - Aggiornamento 02/09/2021 10:41

Perché è importante seguire un corso di programmazione Web? Funzionano davvero i corsi online? Queste due domande attanagliano spesso chi inizia a muovere i primi passi nel mondo del coding. Quella del programmatore è una professione sempre più richiesta dal mondo del lavoro moderno, e il motivo non è difficile da immaginare. Praticamente ogni compito svolto nella nostra quotidianità infatti, è portato a termine grazie al digital. 

Perché è importante seguire un corso di programmazione Web?

Abbiamo detto che seguire un corso di programmazione Web è importante. Il motivo risiede nel fatto che quella del programmatore è una figura professionale sempre più richiesta dalle aziende. D’altronde che si tratti di uno smartphone, piuttosto che di un computer o un qualsiasi dispositivo IoT, tutti questi device necessitano di un accurato lavoro di programmazione per poter funzionare correttamente. 

A questo punto appare ovvio come in futuro la situazione possa solo seguire ulteriormente questa direzione. Ma già nel presente la richiesta di programmatori è decisamente più alta del numero di figure disponibili. Inutile sottolineare come conoscere uno o più linguaggi di programmazione possa a questo punto aprire parecchie porte a livello professionale, considerando anche che si tratta di posizioni che godono di retribuzioni interessanti.

Funzionano davvero i corsi online?

A prescindere dalla natura del corso, sono in molti a chiedersi se quelli seguiti online sono validi o meno. D’altronde la scelta in tal senso è davvero molto ampia. La risposta al quesito è positiva, anche se a far la differenza chiaramente è la scuola a cui fare riferimento. I professionisti di aulab, ad esempio, permettono di frequentare corsi di programmazione con lezioni teoriche e pratiche che si potranno seguire sia in aula che online grazie all’apposita piattaforma. 

Questo regala allo studente la massima flessibilità, che potrà decidere di seguire il corso anche se contemporaneamente sta svolgendo altre attività lavorative o di studio. Gli allievi sono riuniti in un’aula virtuale, e questo è valido sia per quelli presenti in aula fisicamente, che per quelli che seguono le lezioni online. In questo modo tutti avranno la stessa possibilità di comunicare e scambiarsi informazioni e materiale.

Per programmare occorre conoscere l’inglese?

Se per programmare sia necessario conoscere l’inglese è un altro dei quesiti che gravitano intorno al mondo della programmazione. Anche in questo caso la risposta è positiva. Questo significa che per diventari programmatori e sviluppatori Web la lingua inglese è molto importante, anche se ciò non significa che non sia possibile muovere i primi passi senza conoscerla. 

Mano a mano che le basi verranno apprese però, la situazione cambierà, e la conoscenza della lingua inglese diventerà fondamentale. In altre parole, il consiglio per coloro che partono da zero è quello di dedicare una parte del tempo proprio all’apprendimento della lingua inglese. Ad ogni modo, saper programmare è importante, ma fino a che punto lo è? Per comprendere meglio, possiamo fare un esempio.

Ipotizziamo di possedere un computer tecnologicamente avanzato, dotato di tutti i più moderni componenti hardware. A livello teorico questo computer così performante e costoso può fare qualsiasi cosa, ma senza una qualsiasi forma di programmazione rimane semplicemente un oggetto e nulla più. Sostanzialmente un “soprammobile” inutilizzabile. Questo significa che chiunque sia in possesso delle giuste conoscenze, farà la differenza.

Ogni settore ad oggi, utilizza in un modo o nell’altro la tecnologia. Basti pensare ai computer utilizzati in campo medico, nella fabbricazione di prodotti, nel mondo della scuola, ma anche ai vari sistemi di domotica che sempre più spesso popolano le nostre abitazioni. Lo stesso discorso è valido per gli smartphone, oggetti toccati centinaia di volte al giorno, ma che senza app e relativa programmazione, rimangono solamente dei contenitori “vuoti”.

Continua a leggere su UrbanPost