Si intitola Freaks out, l’ultimo film di Gabriele Mainetti. Arriverà nelle sale dal 28 ottobre, dopo la prima mondiale in concorso alla Mostra del cinema di Venezia. Una pellicola a tinte fiabesche ambientata a Roma nel 1943, ai tempi dei rastrellamenti dei tedeschi di Hitler, che segue le vicende di un circo magico senza animali, il «Mezza Piotta», diretto dall’anziano Israel (Giorgio Tirabassi). Nella compagnia il pelosissimo uomo lupo Fulvio (Claudio Santamaria); l’uomo degli insetti Cencio (Pietro Castellitto); il nano Carlo (Gianni Parisi); e Matilde, una giovane che sprigiona fuoco, fiamme e scariche elettriche ogni qual volta viene toccata (Aurora Giovinazzo). Un lavoro coraggioso che senza dubbio regalerà grandi soddisfazioni al nostro paese e al suo filmmaker. Scopriamo qualcosa in più su Gabriele Mainetti, che, dopo la carriera da attore, si è dedicato alla regia.
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Chi è Gabriele Mainetti: carriera e vita privata
Gabriele Mainetti, attore, regista, compositore e produttore, è nato a Roma nel 1976. Laureato in Storia e Critica del Cinema presso l’Università degli Studi Roma Tre, ha frequenta corsi di regia, direzione della fotografia, produzione e sceneggiatura presso la Tisch School of the Arts di New York. La sua formazione d’attore è legata ai laboratori e ai corsi tenuti a Roma da Beatrice Bracco, Francesca De Sapio, Nicolaj Karpov e Michael Margotta. Ha recitato in vari film: da Il cielo in una stanza (1999), regia di Carlo Vanzina ad Un altro anno e poi cresco (2001) diretto da Federico Di Cicilia). Accanto al cinema tanta tv: Stiamo bene insieme (2002), La omicidi (2004), Tutti per Bruno (2010). Alcuni lo ricorderanno anche nei panni di Adriano nella serie tv cult Un medico in famiglia in onda su Raiuno. Mainetti è stato anche nel cast della sit-com Radio Sex 2 (2006).
Dopo “Lo chiamavano Jeeg Robot” “Freaks Out”
Accanto all’amore per la recitazione quella per la musica che lo ha portato a frequentare corsi di composizione e arrangiamento presso il Saint Louis College of Music di Roma. La sua vera passione la regia: con il cortometraggio Basette (2008), scritto da Nicola Guaglianone, con Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Daniele Liotti e Luisa Ranieri, partecipa ad oltre 50 festival tra i quali il Festival del Film di Locarno ed il Festival del corto La25ª ora, dove vince come “Miglior Cortometraggio”. È in quegli anni che firma pure Tiger Boy (2012), che ha ottenuto diversi riconoscimenti in Italia e all’estero. Tra questi ricordiamo il premio come Miglior cortometraggio ottenuto al Flickerfest in Australia nel 2013 e il Nastro d’Argento vinto nel 2013.
Tutte le curiosità su Gabriele Mainetti
Nel 2011 Gabriele Mainetti ha fondato la società di produzione Goon Films, con cui ha realizzato proprio Tiger Boy. Il corto è stato, tra l’altro, selezionato dall’Academy of Motion Picture Arts and Sciences tra i 10 finalisti per la nomination all’Oscar all’86ª edizione del premio, nella categoria miglior cortometraggio, non rientrando tuttavia nella cinquina. La svolta professionale nel 2015 con il film Lo chiamavano Jeeg Robot, presentato in anteprima alla decima edizione della Festa del Cinema di Roma. Incassi strepitosi e ben 16 nomination ai David di Donatello 2016. Ne è riuscito a portarne a casa ben 7 di statuette (tra cui miglior produttore, miglior regista esordiente e il Mercedes-Benz Future Award assegnati allo stesso Mainetti). Riuscirà il suo ultimo lavoro Freaks Out ad essere all’altezza? Staremo a vedere. Curiosità? Mainetti è del segno dello Scorpione. Della sua vita sentimentale si sa che è legato da anni ad Alice Vicario, attrice e assistente alla regia. Leggi anche l’articolo —> Moran Atias, tutto sull’attrice che ha incantato il Festival di Venezia