C’è grande attesa per l’incontro di oggi del premier Draghi con i vertici di Cgil, Cisl e Uil. Sul tavolo tante questioni: dall’occupazione dei giovani agli investimenti del Pnrr, passando per la fine del blocco dei licenziamenti. E ancora il tema della sicurezza sul lavoro, la riforma delle pensioni e la messa a punto di determinati ammortizzatori sociali. Ma, secondo quanto riferisce «La Repubblica» non si parlerà di salario minimo, come invece avrebbe voluto il leader del M5s Giuseppe Conte. Per «Libero Quotidiano» un’umiliazione per l’ex premier: “Rimbalzato a tempo zero”, si legge nell’articolo uscito sul giornale diretto da Pietro Senaldi.
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Salario minimo, Draghi e lo “sfregio” a Giuseppe Conte: “In agenda non c’è posto”
Il confronto a Palazzo Chigi tra Draghi e le principali sigle sindacali si preannuncia importantissimo per il Paese: è il primo incontro dopo il Patto per il lavoro e la crescita lanciato giovedì scorso dal presidente del Consiglio all’assemblea di Confindustria, che gli ha tributato applausi e standing ovation. Tra i punti principali «la priorità assoluta è il lavoro per i giovani», ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, per i quali andrebbe previsto «un salario di ingresso e una possibilità di primo lavoro che li stabilizzi» contro stage e precariato, che penalizzano le nuove generazioni. Ma sarà un dibattito scandito da scadenze ineludibili, “dal varo della Nadef alla legge di bilancio; di riforme che ritardano, fisco e concorrenza su tutte; di cabine di regia da riunire sull’attuazione del Pnrr. L’inizio di un autunno che si preannuncia caldissimo”, scrive «La Repubblica». È proprio questa l’opportunità per verificare la disponibilità di Cgil, Cisl e Uil “a costruire insieme una prospettiva condivisa di sviluppo ‘a beneficio anche dei più deboli e delle prossime generazioni’, aveva specificato Draghi nel suo discorso, con l’obiettivo di rendere strutturale il 6% di crescita previsto per quest’ anno”.
Il leader del M5s: «Non si può lavorare solo con Confindustria»
Ma come riferisce «La Repubblica» non si parlerà di salario minimo legale che “al momento non compare nell’agenda di governo”. Ed è per «Libero» “uno sfregio a Conte che lo aveva appena caldeggiato”. Nei giorni scorsi il leader del M5s si era espresso così sull’intervento del premier di giovedì: «Patto per l’Italia di Draghi? Non si può lavorare solo con Confindustria. Vanno coinvolti i sindacati e tutte le componenti del Paese», aveva sottolineato Conte. Non solo…
A margine di un comizio elettorale qualche parola anche sul mandato di Draghi: «Il governo non può andare oltre il 2023». Lo stesso Conte ha poi chiarito che «le previsioni non hanno senso in questo momento». Secondo il presidente del Movimento 5 stelle, «le sorti della prossima legislatura, in un Paese democratico, devono essere decise dai cittadini». Che tradotto diventa: subito alle urne, andiamo a votare. Leggi anche l’articolo —> Luca Morisi indagato per droga, ma l’ex guru dei social della Lega si difende