Riforma fisco, retroscena cabina di regia – Martedì 5 ottobre 2021. È un momento delicato per i partiti. I risultati delle elezioni amministrative hanno portato parecchio scompiglio non solo nel M5s, che cerca ora di mettere a punto una solida alleanza col Pd, ma anche tra i sovranisti. E se Giorgia Meloni nella conferenza stampa a Via della Scrofa ha cercato di contenere la festa dei Dem con battute ad effetto come “Fdi è disponibile a votare Mario Draghi alla presidenza della Repubblica a patto che si vada subito a votare”; la Lega di Matteo Salvini, che è dentro la maggioranza, cerca di prendere tempo sulle riforme strutturali del Paese. Secondo quanto scrive l’Ansa, il ministro Massimo Garavaglia, che rappresenta il partito al tavolo al posto di Giancarlo Giorgetti, ha lasciato in anticipo la cabina di regia per il fisco e catasto.
leggi anche l’articolo —> Enrico Letta, titolo di studio: curriculum completo
Riforma del fisco, la Lega lascia la cabina di regia: a dura prova la pazienza di Draghi | Retroscena
All’ordine del giorno del Cdm di oggi la riforma del fisco e del catasto. La riunione, fortemente voluta dal premier Draghi, è stata anticipata dalla cabina di regia, che però pare sia stata piuttosto movimentata. La prima bozza del Ddl delega fatta circolare sarebbe risultata non troppo gradita alla Lega, che ha lasciato l’incontro chiedendo altro tempo. Si trattava di dieci articoli sulla riforma del sistema fiscale particolarmente attesa per i finanziamenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). All’interno del documento novità sull’Irpef, al fine di «incentivare l’offerta di lavoro e partecipazione al mercato del lavoro, con particolare riferimento ai giovani e ai secondi percettori di reddito, nonché l’attività imprenditoriale e l’emersione degli imponibili», come riporta «Open» che ha visionato il testo. Nuove anche sulla revisione del catasto di fabbrica e sulla modernizzazione degli strumenti di mappatura catastale degli immobili. Tra le ipotesi sembra ci siano anche l’abolizione dell’Irap e un intervento sulle aliquote Iva.
Le riforme strutturali necessarie per i finanziamenti del Pnrr
Riforme strutturali, a lungo termine, a cui aveva fatto accenno il premier Draghi nell’ultima conferenza stampa. Come scrive «Il Corriere della Sera» sulla riforma delle tasse però i partiti si sarebbero confermati divisi. La Lega ha difatti chiesto tempo per analizzare i contenuti della delega fiscale e ha lasciato la cabina di regia a riunione ancora in corso. Garavaglia ha abbandonato così la riunione: «Serve più tempo», la frase pronunciata a denti stretti dal ministro. E non è difficile pensare che un atteggiamento di questo tipo da parte della Lega di Salvini abbia innervosito non poco il presidente del Consiglio Mario Draghi, stanco pure di essere continuamente “tirato per la giacchetta” da più parti per la corsa al Colle. Senza le riforme il Paese rischia di restare ripiegato su se stesso, avvoltolato nel fango dei suoi stessi partiti. L’ipotesi di Draghi al Quirinale, invocata ora dal centrodestra, porterebbe infatti alla fine anticipata dell’attuale esecutivo che in Agenda ha ancora molto da fare, tra cui appunto la riforma del fisco.
Lasciare “le cose a metà” non è nello stile di Draghi, che stizzito settimane fa ha spiegato ad una giornalista che gli domandava del passaggio al Colle: «Senta, questa domanda mi viene fatta almeno una volta ogni ora. Io, per fortuna, non sono un diretto interlocutore, ma quando vengo da voi me la fate sempre». Poi la puntualizzazione: «Primo, è abbastanza offensivo nei confronti del Presidente della Repubblica in carica cominciare a pensare in questo modo. Secondo, io non sono la persona giusta a cui fare questa domanda. Le persone giuste sono il Parlamento. È il Parlamento che decide della vita, dell’orizzonte e dell’efficacia di questo governo».
Riforma fisco 2021, retroscena: cabina di regia movimentata
“Il passaggio in cabina di regia è necessario, tanto più che dopo il voto delle amministrative sono salite le tensioni nella maggioranza tra Pd e Lega. I partiti premono per destinare buona parte del tesoretto al taglio delle tasse, ma bisogna tener conto anche delle altre partite aperte, dalle pensioni al reddito di cittadinanza”, spiegano Diana Cavalcoli ed Enrico Marro su «Il Corriere della Sera». Non si può credere che l’ex numero uno dell’Eurotower, attento negli anni a spendere con cura la sua credibilità in Italia e nel resto del mondo, molli gli ormeggi e lasci incomplete le tante riforme da attuare per ottenere i finanziamenti del Pnrr. La palla però è pur sempre nelle mani del Parlamento. Leggi anche l’articolo —> Elezioni amare per il M5s, messaggi roventi contro Grillo &Co: “Dimissioni…” | Retroscena