“Se fossimo già in ambiente completamente Omicron potremmo decidere di prendere provvedimenti sostanzialmente diversi da quelli presi per la Delta. Perché i numeri saranno spaventosamente veloci e spaventosamente alti. Quindi un’onda d’urto che va gestita in maniera un po’ diversa”. Così il professor Guido Rasi, ex direttore di Ema e consulente del commissario straordinario Figliuolo, ospite ad Agora, programma in onda su Rai Tre. Commentando l’attuale situazione epidemiologica, l’esperto ha aggiunto: “Gli scenari sono tutti possibili. Quello che è reale è che questi numeri, 200 mila ieri, sono destinati a salire ancora e sono ampiamente sottostimati per il problema della bassa resa dei test antigenici che erano stati fatti per altri tipi di varianti e che con la Omicron mostrano tutta la loro debolezza”. Un problema piuttosto serio questo dei tamponi.
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Rasi: “Solo i tamponi molecolari rilevano la variante Omicron. Obbligo vaccinale? Compromesso politico”
A detta dell’esperto soltanto i tamponi molecolari rilevano la variante sudafricana, che è destinata a diventare dominante nel nostro Paese. “Se si prevede l’arrivo di nuovi test antigenici per la variante Omicron? Che io sappia no. L’unica soluzione per ora è il molecolare. Oggettivamente non è stato fatto un piano di rinforzo come era facile intuire sarebbe servito”, ha chiarito ad «Agorà» il professor Guido Rasi. L’ex direttore di Ema ha speso qualche parola anche sulla decisione del governo di introdurre l’obbligo vaccinale per gli over 50: “Mi sembra più un compromesso politico. L’obbligo si fa o non si fa, a questo punto. Tra un 49enne e 6 mesi e un 50enne non ho capito come il virus discrimini”, le parole del consulente del commissario straordinario Figliuolo.
Sulla scuola: “Se non facciamo due settimane adesso poi dovremo fare una cosa frammentata nei prossimi tre mesi”
“Io sono un perplesso della quarta dose” del vaccino anti Covid “perché non sappiamo ancora quanto durerà la terza. Certo, se si dovrà fare la faremo ma voglio qualche numero di più. Non dico sì o no”, ha aggiunto sempre Rasi. Parlando del rientro a scuola l’ex direttore di Ema ha detto: “Parlo a titolo assolutamente personale: per me due settimane di Dad sarebbero molto importanti, perché se oggi siamo a 200mila casi, per lo più sottostimati, immaginiamo tra una settimana cosa vedremo”. E ancora: “Se non facciamo due settimane adesso poi dovremo fare una cosa frammentata nei prossimi tre mesi”, l’amara conclusione del professor Rasi. Leggi anche l’articolo —> Vaia: “Il Covid sta diventando un virus stagionale”, gli ultimi studi sulla variante Omicron