A dispetto di quel che si vuol far credere il passaggio di Mario Draghi al Quirinale sarebbe tutt’altro che un capriccio del diretto interessato. A trarne vantaggio in primis sarebbe il Paese, come ha osservato tra i tanti lo stesso «New York Times». Da capo dello stato l’economista potrebbe “estendere un momento d’oro della politica italiana” inaugurato con il suo arrivo, che “ha stabilizzato la politica, fatto passare di moda il populismo e rassicurato i mercati”. C’è però un rovescio della medaglia: il rischio è che senza la guida dell’ex presidente della Bce si torni “all’instabilità”, che l’Italia perda la sua grande occasione d’oro di rinascita. E le sorti del Belpaese stanno a cuore a Draghi, come spiega Monica Guerzoni in un lungo articolo uscito su «Il Corriere della Sera». Non si può non essere d’accordo Carlo Verdelli, nuovo direttore del settimanale «Oggi», quando scrive: «Possiamo davvero permetterci che Draghi torni nel suo buon ritiro umbro come Cincinnato, salvo poi richiamarlo in caso di estrema urgenza?». È evidente che si tratti di una domanda retorica.
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Draghi va avanti con le riforme, ma strizza l’occhio al Colle: i nomi di chi potrebbe sostituirlo a Palazzo Chigi
Tra i problemi a cui deve far fronte il governo il caro energia, i ristori per le attività chiuse da tempo per l’emergenza pandemica e il decreto con le deroghe al Green Pass per i negozi. Rumors parlano di un Mario Draghi concentratissimo sui dossier di governo in vista del Consiglio dei ministri di oggi, ma anche attento alla pratica del Quirinale, che si sarebbe arenata. Si è giunti ad una fase di stallo: il centrosinistra attende la prossima mossa di Salvini e Meloni, che a loro volta aspettano che Berlusconi faccia capire cosa intende fare. A preoccupare anche la posizione di Giuseppe Conte: il leader del M5s sembra sia poco propenso al passaggio di Draghi al Colle. Una situazione tutt’altro che ben definita; di per sé allarmante per l’Italia. “Se la maggioranza dovesse spaccarsi, le ripercussioni sull’esecutivo sarebbero inevitabili e il presidente del Consiglio confida nel senso di responsabilità delle forze politiche e del Parlamento”, osserva Monica Guerzoni sul «Corriere della sera», evidenziando che la pandemia non è finita. Il destino del Pnrr è un «obiettivo fondamentale» per Draghi: “Nel 2022 arriveranno due rate di fondi europei di circa venti miliardi ciascuna e l’Italia non potrà permettersi di fallire il bersaglio, perché rischia di precipitare in una crisi che aprirebbe la strada alla speculazione finanziaria”, spiega la giornalista.
Solido patto di legislatura
Per sua stessa indole Draghi continua a pedalare, a svolgere il compito affidatogli da Mattarella. “Certo non si può pensare che, dietro formule come ‘bocche cucite a palazzo Chigi’, Draghi sia davvero immobile e imperturbabile come una sfinge”. È evidente che le imminenti elezioni del presidente della Repubblica stiano influenzando l’azione di governo di questi giorni. Il premier è segue con cura le dichiarazioni dei leader, ma è difficile sul serio prevedere quel che sarà. L’auspicio del ministro Brunetta è un po’ quello di tutti noi: «Prevarrà il buon senso». Per sciogliere questo groviglio sarebbe necessario un solido patto di legislatura che includa Draghi al Quirinale, nome del premier e riforme da mettere a punto. Una partita a doppio binario, dunque. Soltanto in questo modo Conte potrebbe persuadere i suoi grandi elettori che spostare l’economista al Colle non vuol dire far cadere il governo, ma salvaguardare la stessa legislatura. Difatti l’ipotesi dei tre nomi dei possibili successori dell’economista a Palazzo Chigi, di cui ha scritto «Today», vale a dire Vittorio Colao, dirigente d’azienda e ministro per la transizione digitale; il ministro dell’economia Daniele Franco e il ministro della giustizia Marta Cartabia, mandano in fibrillazione i grillini, che temono appunto le elezioni anticipate. Leggi anche l’articolo —> Italia verso le elezioni anticipate? Draghi fa il giro dei palazzi