Mancano solo quattro giorni all’elezione del nuovo presidente della Repubblica, e ancora non è chiaro quale accordo le diverse forze politiche decideranno di abbracciare. Nessun partito ha i numeri per scegliere in autonomia il prossimo capo dello Stato, e proprio per questo votare per un nome comune è essenziale. Ma qual è il partito più influente, quello che conta più senatori e deputati? E come faranno i parlamentari in isolamento causa covid? Analizziamo la situazione.
Elezione presidente della Repubblica, i numeri dei partiti
In totale i grandi elettori saranno 1.009 (630 deputati e 321 senatori), compresi i 58 delegati delle Regioni. A definire le modalità dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica è l’articolo 83 della Costituzione: si vota a scrutinio segreto, e per le prime tre votazioni è necessario raggiungere la maggioranza qualificata dei due terzi degli elettori. Dalla quarta in poi, invece, basta quella assoluta. Come già sottolineato, nessun partito ha la forza sufficiente per decidere da solo il nuovo capo dello Stato, e per questo motivo è necessario un accordo tra le diverse parti.
Il gruppo più numeroso, quello che potrebbe essere più influente se decidesse di esprimersi all’unanimità, è il Movimento 5 Stelle, che conta 158 deputati e 74 senatori e solamente 4 delegati regionali. Nonostante questo, anche il conteggio del M5S non è sufficiente. Il secondo gruppo parlamentare per numeri è la Lega, con 133 deputati e 64 senatori. A questi, ovviamente, vanno aggiunti i delegati regionali che appartengono al Carroccio, che sono 14. Il Partito Democratico invece è formato da 94 deputati, 39 senatori e 20 delegati. C’è poi Forza Italia di Silvio Berlusconi, composto da 79 deputati, 50 senatori e 8 delegati delle Regioni. Fratelli d’Italia, invece, conta 37 deputati, 21 senatori e 5 delegati.
Infine, Italia Viva di Matteo Renzi ha 29 deputati e 15 senatori, ma nessun delegato. Non bisogna poi dimenticarsi del Gruppo Misto, composto da 100 parlamentari, 50 senatori e 65 deputati che potrebbero anche votare in maniera opposta.
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Le regole anti covid durante le votazioni
E’ ancora da capire come si svolgerà l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Si sta valutando, infatti, se permettere ai grandi elettori di entrare a Montecitorio nonostante una temperatura superiore ai 37,5°, purché si mostri un tampone con esito negativo al Covid. Al momento sarebbe vietato l’ingresso con una temperatura corporea di questo tipo, ma le regole potrebbero essere modificate per consentire la votazione. La decisione verrà presa in seguito a un’istruttoria che sarà aperta dal presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico, che sottolinea “le criticità costituzionali e regolamentari del voto non in presenza” e i limiti “dati dalle misure sanitarie e dalla normativa vigente”.
Il fatto è che non si esclude che molti elettori (almeno 40 per ora) possano risultare positivi o in isolamento al momento del voto. Proprio per questo il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Paolo Barelli, ha ipotizzato di concedere ai contagiati di votare dal proprio domicilio. Secondo Fico, però, sarebbe un’importante deroga a principi che vanno rispettati per l’elezione del capo dello Stato, come l’immunità di sede, la segretezza e la pubblicità. E si potrebbe procedere solo con il consenso unanime dei capigruppo e in seguito ad un parere della Giunta del Regolamento. Il deputato di Italia Viva Marco Di Maio, invece, ha proposto anche l’allestimento di un Covid Hotel nei pressi della Camera, per creare un percorso protetto che arrivi in aula o comunque dentro Montecitorio.
L’idea è stata apprezzata da Riccardo Moliari della Lega, ma allo stesso tempo è stata bocciata da alcuni esponenti del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle. >> Tutte le notizie di UrbanPost