Gian Guido Vecchi per «Il Corriere della sera» ha intervistato Georg Gänswein, segretario personale di Joseph Ratzinger, che risiede al monastero Mater Ecclesiae, dove vive con il Papa emerito dopo la rinuncia al Pontificato del 2013. A detta sua si può leggere la lettera sugli abusi di Monaco scritta da Benedetto XVI come una sorta di testamento spirituale. «È l’immagine del suo pensiero, dei suoi sentimenti, della sua sincerità morale e intellettuale. Mentre la scriveva, pensava alle vittime degli abusi. E di fronte a sé, davanti ai suoi occhi, aveva Dio stesso. Vede, un uomo può ingannare le altre persone, ma non si può ingannare Dio», ha esordito Gänswein.
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Ratzinger, parla il segretario personale Gänswein: «La lettera? Mirano a distruggerlo»
Come sta oggi Benedetto XVI, 95 anni compiuti? «Fisicamente è un uomo molto debole, come è naturale alla sua età. Noi viviamo con lui, preghiamo con lui, fra poco reciteremo come ogni giorno il rosario e i Vespri. E la debolezza fisica non toglie nulla alla sua presenza spirituale e intellettuale», ha dichiarato il segretario personale. Proprio in questi giorni è uscito un libro di Georg Gänswein, «Testimoniare la Verità. Come la Chiesa rinnova il mondo» (Edizioni Ares), un’antologia di 21 scritti che inevitabilmente rimanda anche alla figura del Papa Emerito, al suo pensiero. Nel volume l’arcivescovo ha scritto: «La Verità è il grande tema nella vita di Benedetto». Un pensiero che nell’intervista al «Corriere della Sera» Gänswein si è sentito di commentare così: «Chi lo conosce sa che l’accusa di aver mentito è assurda. Si deve distinguere tra commettere un errore e mentire. Sull’Osservatore Romano, il cardinale Fernando Filoni ha scritto della ‘sua profonda e altissima onestà morale e intellettuale’ e spiegato che ‘mai ho trovato in lui alcuna ombra o tentativo di nascondere o minimizzare alcunché’. Benedetto XVI ha letto l’articolo, che non è stato sollecitato o chiesto. Ma le cose stanno proprio così. Chi gli è stato vicino sa bene che cosa ha detto e ha fatto Joseph Ratzinger-Benedetto XVI riguardo a tutta la questione della pedofilia. È stato il primo ad agire da cardinale e poi ha continuato la linea di trasparenza da Papa. Già durante il Pontificato di Giovanni Paolo II ha cambiato la mentalità corrente e impostato la linea che papa Francesco sta proseguendo. Questa è la realtà ed è molto diversa da quella che circola in molti mass media».
«C’è un’occasione ideale di fare i conti, come la ricerca di una damnatio memoriae. Attacco vile, c’è tanto fango»
Tante le accuse di queste ultime settimane al Papa Emerito: «C’è una corrente che vuole proprio distruggerne la persona e l’operato. Non ha mai amato la sua persona, la sua teologia, il suo Pontificato. E adesso c’è un’occasione ideale di fare i conti, come la ricerca di una damnatio memoriae. Molti purtroppo si lasciano ingannare da questo attacco vile, c’è tanto fango. Una cosa triste», ha dichiarato Georg Gänswein. Ratzinger per alcuni non è più «credibile» dal momento che ha negato di aver partecipato alla ormai nota riunione del 1980: «L’analisi dei fatti, insieme con la lettera, dà una risposta chiarissima: sì, c’è una piccola squadra di persone qualificate che aiuta Benedetto, c’è stato questo errore e purtroppo nessuno di noi se ne è reso conto. Si è trattato chiaramente di un errore redazionale, non intenzionale, Benedetto ne era molto dispiaciuto. Ma resta il fatto che un errore e una bugia sono due realtà diverse. E la sostanza non cambia. Gli stessi autori del rapporto hanno risposto che non ci sono “prove”. Non possono esserci». E ancora: «Benedetto XVI spera che si legga la lettera con quella sincerità di intelletto e di cuore con la quale è stata scritta, lo sguardo rivolto al Signore», ha concluso il suo segretario personale. Leggi anche l’articolo —> Papa Francesco da Fazio: ospitata da “970 euro al minuto”, l’indiscrezione