Come si può restare indifferenti di fronte alla strage di Bucha? Dinnanzi alle barbarie compiute dalle milizie di Putin? Un conflitto quello tra Russia e Ucraina che va avanti da oltre un mese. Una scia di sangue che sembra non finire. L’ex procuratore per i crimini di guerra Carla Del Ponte ha chiesto alla Corte penale internazionale di emettere un mandato d’arresto per il presidente russo. “Putin è un criminale di guerra”, ha detto in un’intervista al quotidiano ginevrino «Le Temps».
Strage di Bucha, spunta ipotesi mandato di arresto per Putin: cosa può succedere
Conosciuta per le sue indagini sui crimini di guerra in Ruanda e nell’ex Jugoslavia, oltre che per essere stata nella commissione investigativa delle Nazioni Unite sugli abusi dei diritti nella guerra in Siria, Carla Del Ponte ha detto che spiccare un mandato d’arresto rappresenterebbe un segnale senza dubbio importante. “È l’unico strumento esistente che consente di arrestare l’autore di un crimine di guerra e portarlo davanti alla Corte penale internazionale”, ha affermato. Non per forza Putin verrebbe messo in galera dopo il mandato. “Se rimane in Russia, non verrebbe mai arrestato. Ma sarebbe impossibile per lui lasciare il suo Paese e sarebbe un segnale forte che ha molti stati contro di lui”, ha dichiarato. I toni del conflitto sono aspri, la Russia accusa l’Europa di essere manovrata da Washington. Lo ha sottolineato ieri il portavoce del Cremlino Dimitri Peskov, che ha avvertito che dialogo semmai ci sarà “quando gli europei si riprenderanno dalla sbornia da bourbon americano, e quando realizzeranno finalmente che dovranno prendersi cura del futuro del nostro continente, Europa o anche Eurasia”. Ma tutto ciò, ha rimarcato, non accadrà in una prospettiva di breve periodo. Ci vorrà del tempo, mesi, prima che la guerra finisca.
Le parole di Carla Del Ponte
“Speravo di non rivedere mai più le fosse comuni. Questi morti hanno persone care che non sanno nemmeno cosa ne è stato di loro. Questo è inaccettabile”, ha detto nell’intervista a «Le Temps» Carla Del Ponte. La ex procuratrice ha detto che l’indagine in Ucraina sarebbe più facile di quella in Jugoslavia perché il paese stesso ha richiesto una verifica internazionale. L’attuale procuratore capo della CPI, Karim Khan, ha già visitato l’Ucraina. Se la CPI trova prove di crimini di guerra, ha detto Del Ponte, “devi salire nella catena di comando finché non raggiungi coloro che hanno preso le decisioni”. Si potrebbe arrivare a Putin: “Quando sono iniziate le indagini su Slobodan Milosevic, era ancora presidente della Serbia. Chi avrebbe pensato allora che un giorno sarebbe stato giudicato? Nessuno”. Leggi anche l’articolo —> Strage di Bucha, diffuso il nome del comandante russo responsabile del massacro