Durante il mese di giugno, Parlamento e Consiglio Europei hanno votato a favore della proposta della Commissione che vieta la vendita e la produzione di auto a benzina e diesel a partire dal 2035; e il settore automobilistico si prepara a vivere un’incognita senza precedenti nella storia.
Gli obiettivi climatici a zero emissioni
È ben noto che gli obiettivi in cui le istituzioni europee stanno investendo gran parte delle proprie energie sono la lotta al cambiamento climatico e una garanzia di maggiore circolarità dei prodotti messi sul mercato. In particolare, negli ultimi anni, la Commissione Europea ha presentato il celebre Pacchetto Pronti per il 55% (meglio noto con il suo nome originale di Fit for 55) contenente una serie di misure da doversi adottare entro precise scadenze, per conseguire la neutralità climatica entro il 2050. Il primo scaglione di obiettivi sarà segnato già dall’anno 2030, quando l’ambizioso obiettivo che l’Europa si è preposta corrisponderà ad una riduzione di almeno il 55% delle emissioni nette di gas a effetto serra.
È questo il contesto in cui si va a inserire la proposta della Commissione Europea presentata a luglio del 2021, che prevede lo stop alla produzione e alla messa sul mercato di tutte le auto a combustione a partire dal 2035. In linea con il modus operandi dell’implementazione graduale prevista all’interno del pacchetto Pronti per il 55% da cui origina la proposta, il primo obiettivo è già settato per il 2025, quanto in Europa dovrà registrarsi, secondo il piano stabilito dalla Commissione, una riduzione delle emissioni di almeno il 15%; il raggiungimento del secondo traguardo è poi atteso per il 2030, con una riduzione al 55% (utilizzando il 1990 come anno di riferimento), mentre il completamento del piano è previsto per il 2035 con un’eliminazione totale delle emissioni.
È importante chiarire un dettaglio che potrebbe essere facilmente frainteso: a partire dal 2035, non sarà vietato ai consumatori finali di possedere ed utilizzare auto a diesel e benzina. Se il veicolo è stato acquistato negli anni precedenti all’intervento dello stop alla produzione e alle vendite, tutti noi saremo ancora in grado di continuare a utilizzare la nostra auto in piena libertà sull’intero territorio dell’Unione. Tuttavia, quando verrà il momento di sostituirla, dovremmo obbligatoriamente optare per delle versioni più eco-friendly, come le auto elettriche.
L’impatto sull’economia e sui consumatori
Ha fatto però discutere la decisione della Commissione Europea di esentare dai limiti i costruttori responsabili di meno di 1 000 immatricolazioni di veicoli nuovi all’anno, che non saranno coinvolti dallo stop netto alle produzioni. Alcuni l’hanno chiamata “esenzione salva Ferrari”, dal momento che sono notoriamente le case produttrici più di nicchia ad avere livelli di produzione e messa sul mercato meno elevati. In ogni caso, la proposta è attualmente oggetto di negoziazione tra le istituzioni europee e alcuni cambiamenti al testo finale sono ancora attesi.
Secondo alcuni, le modifiche introdotte dalla proposta di presentata dalla Commissione potrebbero causare, a partire dal 2035, un rincaro dei prezzi dei beni di prima necessità importati dall’estero e trasportati a mezzo terra. Ma se – come c’è da aspettarsi – le tecnologie ibride o elettriche diventeranno più economicamente accessibili, le grandi catene di distribuzione continueranno a mantenere la competitività delle loro offerte, come quelle disponibili sull’ultimo volantino Lidl.
Il mondo intero si sta preparando a vivere una nuova rivoluzione tecnologica, ma il legislatore europeo non ignora il contraccolpo che potrebbe derivarne per quella parte della popolazione e delle imprese che potrebbero essere maggiormente impattate dai costi della transizione:
“Mentre a medio e lungo termine i vantaggi delle politiche climatiche dell’UE superano chiaramente i costi di questa transizione, le politiche climatiche rischiano di esercitare una pressione supplementare sulle famiglie vulnerabili, sulle microimprese e sugli utenti dei trasporti nel breve periodo. La progettazione delle politiche nel pacchetto odierno distribuisce quindi in modo equo i costi per affrontare e adattarsi ai cambiamenti climatici”.
Sono queste le parole riportate nel comunicato stampa con cui la Commissione Europea invita i cittadini dell’Unione a rimanere fiduciosi, nonostante le possibili ripercussioni di una transizione epocale.
Le misure complementari
Per accelerare la trasformazione e stimolare il passaggio alla neutralità climatica e ad un’economia pienamente circolare, la Commissione Europea ha infatti programmato ulteriori target per gli anni a venire, che vanno a complementare la transizione nel settore automobilistico: entro il 2030, gli Stati Membri dell’Unione Europea dovranno infatti assicurare la presenza di almeno una stazione di ricarica per le auto elettriche ogni 60 chilometri e in ogni senso di marcia.
L’Europa si prepara dunque a vivere una fase di completo rinnovo ambientale, nella speranza di stimolare la transizione nel resto del mondo e di assicurare la neutralità climatica globale nel più breve tempo possibile.