Il 27 gennaio 2024 è la Giornata della Memoria, istituita dall’Assemblea generale della Nazioni Unite nel 2005 e celebrata in tutto il mondo per commemorare le vittime dell’Olocausto. Ma perché cade proprio il 27 gennaio? Che differenza c’è tra Olocausto e Shoah? Chi sono i sopravvissuti? «Il pericolo dell’oblio c’è sempre», ha ricordato qualche tempo fa la senatrice Liliana Segre, deportata ad Auschwitz quando aveva appena 13 anni. Parole che fanno capire quanto sia necessario ripercorrere ogni anno con letture, eventi e manifestazioni quanto successo dopo la promulgazione delle leggi razziali, affinché orrori del genere non si ripetano più. Leggi anche: Addio a Mimi Reinhardt, la segretaria di Oskar Schindler: la vera storia
Perché il 27 gennaio è la Giornata della Memoria
Perché il 27 gennaio è la Giornata della Memoria? Tale data è stata scelta il 1° novembre del 2005 nel corso della 42esima riunione plenaria dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con la risoluzione 60/7 , «condannando “senza riserve” tutte le manifestazioni (su base etnica o religiosa) di intolleranza, incitamento, molestia o violenza contro persone o comunità». La data è stata scelta perché il 27 gennaio del 1945 le truppe dell’Armata rossa, impegnate in operazioni belliche, giunsero ed entrarono nel campo di concentramento di Auschwitz. (continua a leggere dopo le foto)
Giornata della Memoria, perché il 27 gennaio? Il motivo
Il 27 gennaio del 1945 le truppe sovietiche dell’Armata Rossa, che marciavano in direzione della Germania, entrarono ad Auschwitz per liberarla. Varcando il famoso cancello con la scritta “Arbeit macht frei” (“il lavoro rende liberi”). Si stima che nel campo morirono da 1 a 1,5 milioni di persone, perlopiù ebrei. «Noi trovammo quasi settemila persone ancora vive nel campo… C’erano cento bambini che il cameraman Vorontsov riprese mentre mostravano il numero tatuato sul braccio. In mezzo al campo principale giacevano 48 corpi. Altri 600 furono raccolti in varie parti del gigantesco complesso. Nei magazzini che non erano bruciati del tutto furono filmati i macabri reperti. E catalogati: 1.185.345 capi di vestiario maschili e femminili; 460 arti artificiali; sette tonnellate di capelli; 43.525 paia di scarpe… I capelli erano divisi per lunghezza e per colore, pronti per la spedizione. Andavano alla ditta Alex Zink della Baviera che li pagava 50 pfenning al chilo e li usava per imbottire gli abiti», le parole del generale Vasilij Petrenko, che allora comandava la 100esima divisione di fanteria nel primo fronte ucraino, in un’intervista al «Corriere della Sera». Leggi anche: Chi è Liliana Segre, la vera storia della senatrice deportata ad Auschwitz
Che differenza c’è tra Olocausto e Shoah
Per la maggior parte dei superstiti dell’Olocausto, la liberazione segnò l’inizio di anni difficili. Per molti degli ex-deportati infatti sono stati necessari mesi di cure mediche per poter riprendere le forze. Cominciò per tutti la ricerca dei familiari superstiti, ma purtroppo solo per pochi c’era una casa o una famiglia in cui rientrare. In molte zone d’Europa l’Olocausto aveva cancellato intere comunità. Ma c’è differenza tra Olocausto e Shoah? Il sito «Storicamente» chiarisce che “col termine Olocausto viene attualmente designato il genocidio o sterminio di una considerevole componente degli ebrei d’Europa”. La parola Olocausto, che deriva dal greco, chiarisce sempre il sito, si traduce anche “con un termine biblico legato alla sfera dei sacrifici cruenti e animali. Con tale termine si traduce in lingua greca il sacrificio ebraico detto ‘olah, ossia innalzamento, un sacrificio che viene “tutto bruciato”. Il fumo che sale “è odore gradito al Signore””. “Il termine Shoah – שואה – veicola, nel lessico biblico, diversi significati legati all’idea di distruzione. Esso è certamente più neutro, meno connotato in senso religioso, anche se a dire il vero, il lemma ricorre frequentemente nel libro di Giobbe, nella lingua del profeta Isaia e in alcuni salmi, ed essendo in qualche senso legato alla sfera del religioso, non è così determinato dalle azioni di carattere cultuali”, spiega sempre il sito. (continua a leggere dopo le foto)
Il 27 gennaio è la Giornata della Memoria: che differenza c’è tra Olocausto e Shoah
Spesso i due termini, Shoah e Olocausto, sono usati per indicare indistintamente lo sterminio degli ebrei, ma le differenze, come avrete capito ci sono. La ragione più importante che le differenzia è che nella parola Shoah è estraneo il concetto di sacrificio inevitabile. Il fatto che col termine Olocausto si indichi un rituale religioso di offerta di un sacrificio a un dio, e quindi in teoria persino gradito al dio, ha persuaso molti che fosse un termine poco appropriato per spiegare ciò che è accaduto al popolo ebraico. Senza contare poi che con la parola Shoah si fa riferimento esclusivamente allo sterminio del popolo ebraico, mentre con il termine Olocausto si indicano anche le altre vittime della violenza del regime nazista. Olocausto rimanda infatti allo sterminio di tutte le categorie di persone ritenute “indesiderabili” dal Adolf Hitler. Leggi anche: Liliana Segre racconta Auschwitz: ecco come è riuscita a sopravvivere