Un’importantissima scoperta scientifica potrebbe segnare, per sempre, una svolta nella medicina moderna: è stato creato il cosiddetto “sangue universale”, potenzialmente capace di risolvere il problema della scarsità di sangue per le trasfusioni, soprattutto per i gruppi sanguigni rari. Questo “sangue universale” potrebbe permettere trasfusioni rapide e sicure, anche in situazioni d’emergenza, laddove la incompatibilità tra gruppi sanguigni può rappresentare un ostacolo critico.
Cos’è il “sangue universale”
La creazione del “sangue universale” rappresenta un passo avanti straordinario per la medicina, che potrebbe trasformare radicalmente il modo in cui affrontiamo le emergenze e i trapianti. Il sangue universale è un plasma completamente neutro che supera l’incompatibilità tra gruppi sanguigni e, in futuro, potrebbe persino permettere trasfusioni tra specie diverse. Questa scoperta è stata resa possibile grazie alla tecnologia SARNAS, sviluppata da un team internazionale di scienziati. Il plasma è stato progettato per evitare l’attivazione del sistema immunitario, risolvendo così il problema che fino ad ora ha impedito trasfusioni tra gruppi sanguigni differenti. (Continua a leggere dopo la foto)
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Come si ottiene il “sangue universale”
Il sangue universale si basa su globuli rossi trattati con un esoscheletro nanometrico in silicio, che ricopre le proteine antigeniche sulla superficie dei globuli rossi. Questo processo elimina gli antigeni, impedendo così l’attivazione del sistema immunitario. I globuli rossi trattati mantengono la loro capacità di trasportare ossigeno e l’integrità della membrana, rendendoli ideali per le trasfusioni. (Continua a leggere dopo la foto)
Il progetto internazionale: un futuro senza limiti per le trasfusioni?
Il progetto è stato sviluppato da un team internazionale, guidato da scienziati della South China University of Technology in collaborazione con ricercatori americani ed europei. Attualmente, la tecnologia è stata testata solo sugli animali, con risultati estremamente promettenti, e si prevede che presto si possa passare alla sperimentazione clinica sull’uomo. Oltre che nelle trasfusioni, la sensazionale scoperta potrebbe avere applicazioni nella conservazione degli organi destinati ai trapianti, grazie alla sua capacità di resistere meglio agli stress e di essere crioconservato quasi al 100%. Ciò, naturalmente, potrebbe ridurre drasticamente gli sprechi e aumentare la disponibilità di sangue e organi salvavita.