Conterrà i documenti di ogni cittadino, permetterà di avere a portata di smartphone tutto ciò che serve per rapportarsi con la Pubblica amministrazione. Queste, in estrema sintesi, la funzionalità dell’IT Wallet (“IT” sta per Italia, “Wallet” significa portafoglio in inglese) prossimo ad entrare in vigore con il nuovo anno, eppure dietro questa apparente comodità non possono no nascondersi delle insidie: il progetto di una identità digitale universale rientra infatti in una più ampia iniziativa dell’Unione europea, lo European Digital Identity Wallet o EuDI. vediamo come funzionerà l’IT Wallet.
Le funzioni dell’IT Wallet
Se, come detto, in un primo momento l’IT Wallet conterrà i nostri dati personali di identificazione e persino gli estremi della tessera sanitaria o della la carta delle disabilità, progressivamente vi saranno riversati anche i dati dei nostri rapporti con società private, le prescrizioni mediche, i titoli di studio, e saranno tracciate persino le disponibilità economiche: lo strumento digitale potrà autorizzare tutti i pagamenti della vita quotidiana attraverso lo smartphone. Quello che oggi è rappresentato dallo SPID e dalla carta d’identità elettronica è sostituito già dal 30 giugno 2024 dalla prima versione pubblica sperimentale dell’IT Wallet e dell’app per la verifica, testati su un campione limitato di cittadini. (Continua a leggere dopo la foto)
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I tempi
Il target per IT Wallet è fissato a 42,5 milioni di italiani entro il 2025. Scettico, però, sui tempi di raggiungimento dell’obiettivo il Politecnico di Milano che ha pubblicato delle stime che rinveniamo sul portale business.it: i due principali sistemi in vigore in Italia, Spid (Sistema pubblico di identità digitale) e Cie (Carta d’identità elettronica), sono stati attivati rispettivamente da 36,4 (pari al 73% della popolazione maggiorenne) e 39,3 milioni di cittadini. La Commissione europea ha fissato al 2030 la data limite entro cui tutti almeno l’80% dei cittadini europei dovrebbero essere titolari di una identità e di un portafoglio digitale. Saranno scaricabili dagli store per Android e IOS e utilizzabili per l’accesso ai servizi online italiani. IT Wallet sarà ospitato sulla app IO, che pertanto subirà una modifica. (Continua a leggere dopo la foto)
Come accedervi
I servizi più comuni del portafoglio saranno disponibili se accediamo con il livello di sicurezza base di Spid e Cie (il livello 2). Questo livello richiede nome utente, password normale e one time password (generata al momento). I contenuti di importanza più critica richiederanno il livello 3. Su Cie questo livello implica la necessità di inquadrare la carta con il cellulare. C’è però un primo problema: quest’ultimo servizio non funziona su tutti gli smartphone. E poi, se uno degli obiettivi dichiarati dal sottosegretario all’innovazione Alessio Butti è “semplificare l’esperienza di cittadini, Pubblica amministrazione e imprese, per quanto riguarda l’uso dei servizi digitali”, viene in mente l’esempio tipico di una persona anziana o, comunque, poco avvezza alla tecnologia. (Continua a leggere dopo la foto)
I rischi
I potenziali rischi, in tutta evidenza, interessano la privacy: e se la nostra password venisse violata? Inoltre, alcune aree del Paese, quelle più impervie, hanno una pessima connessione Internet. Come faranno i residenti dei centri più piccoli, che ni Italia sono tantissimi? L’Identità digitale europea, nella cui cornice si inserisce il progetto italiano, potrà essere utilizzata, tra le altre cose, per usufruire di servizi pubblici, aprire un conto in banca, presentare la dichiarazione dei redditi, iscriversi a un’università su tutto il territorio dell’Unione, noleggiare un’auto mostrando la patente digitale, fare il check-in in albergo. In definitiva, la nostra identità digitale, dunque la nostra intera vita, sarebbe così a portata di clic. Il portafoglio sarebbe, dunque, un mezzo di identificazione elettronica a sé stante.