Il 2026 non sarà l’anno dei bonus a pioggia. Con la nuova Legge di Bilancio, il governo archivia definitivamente la stagione delle misure emergenziali e mette ordine in un sistema che negli ultimi anni si era fatto caotico, stratificato, spesso contraddittorio. Non tutto sparisce, ma quasi tutto cambia.
L’impostazione è chiara: meno incentivi generalizzati, più interventi mirati. I bonus che restano sono quelli considerati strutturali, soprattutto sul fronte famiglia, mentre casa e imprese entrano in una fase di ridimensionamento. Chi cerca scorciatoie o ritorni del passato resterà deluso.
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Bonus 2026: la strategia del governo
La nuova impostazione della Manovra punta a stabilizzare ciò che viene considerato strutturale e a chiudere definitivamente la stagione degli incentivi temporanei. Il governo ha scelto di concentrare le risorse su famiglie e natalità, riducendo invece l’impatto delle agevolazioni edilizie più generose e limitando gli interventi una tantum.
Non sono previste nuove sanatorie, non vengono riaperti capitoli chiusi e non tornano i bonus “a pioggia” che avevano caratterizzato gli anni post-pandemia. Il risultato è una mappa degli incentivi più ordinata, ma anche più selettiva.
Famiglia e figli: i bonus che restano nel 2026
Il cuore della Manovra 2026 resta il sostegno alle famiglie. Viene confermato il contributo una tantum da 1.000 euro per ogni figlio nato, adottato o in affido pre-adottivo. La misura continua a essere riconosciuta ai nuclei che rientrano nei limiti Isee previsti e si inserisce nella strategia di contrasto al calo demografico.
Resta centrale anche l’assegno unico universale, che nel 2026 viene rivalutato in base all’inflazione. La struttura non cambia: importi modulati sull’Isee e sul numero dei figli, riconoscimento fino ai 21 anni e senza limiti di età per i figli con disabilità. Non si tratta di un aumento generalizzato, ma di un adeguamento che incide comunque sui bilanci familiari.
Confermato il bonus asili nido, con importi che possono arrivare fino a 3.600 euro annui. Dal 2026 l’agevolazione viene estesa anche ai micronidi, ampliando la platea delle strutture ammesse al contributo e rispondendo a una domanda crescente di servizi per la prima infanzia.
Viene rifinanziata anche la carta “Dedicata a te”, destinata alle famiglie con Isee più basso per l’acquisto di beni di prima necessità. Un intervento che non ha finalità strutturali, ma che resta uno degli strumenti principali di contrasto al caro vita.
Mamme lavoratrici: cosa cambia dal 2026
Una delle novità più rilevanti riguarda il bonus per le mamme lavoratrici. Dal 2026 l’importo mensile sale a 60 euro, esentasse. Il beneficio spetta alle lavoratrici dipendenti, alle autonome e alle libere professioniste con almeno due figli, a condizione che siano rispettati specifici requisiti reddituali.
Non si tratta di una misura risolutiva, ma di un segnale politico chiaro: l’occupazione femminile resta una priorità, anche se il sostegno economico resta contenuto.
Bonus casa 2026: cosa resta e cosa viene ridotto
Il capitolo casa è quello che cambia di più rispetto agli anni passati. Nel 2026 restano in vigore i bonus edilizi ordinari, ma con aliquote differenziate e senza misure straordinarie.
Il bonus ristrutturazioni viene confermato con una distinzione netta: detrazione del 50% per gli interventi sull’abitazione principale e del 36% per le seconde case e gli altri immobili. La detrazione resta spalmata in dieci anni e dal 2027 è prevista una progressiva riduzione delle aliquote.
Stessa impostazione per l’ecobonus e per il sismabonus, che continuano a incentivare l’efficientamento energetico e la messa in sicurezza degli edifici, ma senza più percentuali elevate o meccanismi straordinari.
Resta anche il bonus mobili ed elettrodomestici, con una detrazione del 50% su una spesa massima di 5.000 euro. Tuttavia, l’agevolazione rimane vincolata all’esecuzione di lavori di ristrutturazione: senza interventi edilizi, non è possibile accedervi.
I bonus casa che si fermano nel 2026
Escono definitivamente di scena alcune misure simbolo degli ultimi anni. Il bonus barriere architettoniche al 75% non viene prorogato e si chiude il 31 dicembre 2025. Dal 2026 non sarà più possibile accedervi.
Il Superbonus non torna a essere uno strumento generalizzato. Resta solo per casi molto circoscritti, legati a situazioni eccezionali, come alcuni interventi in aree colpite da eventi sismici. Per la maggior parte dei contribuenti, l’epoca delle maxi-detrazioni è definitivamente conclusa.
Non viene riaperto alcun condono edilizio. La Manovra 2026 non introduce nuove sanatorie né scorciatoie per la regolarizzazione degli immobili.
Bonus lavoro e imprese nel 2026
Sul fronte produttivo il governo punta sulla continuità. Vengono rifinanziati e rimodulati i crediti d’imposta legati alla Transizione 4.0 e 5.0, destinati a sostenere investimenti in beni strumentali, digitalizzazione, innovazione tecnologica e autoproduzione di energia da fonti rinnovabili.
La Transizione 5.0 viene estesa su più anni e collega gli incentivi anche al miglioramento dell’efficienza energetica, con criteri più stringenti rispetto al passato.
Confermata la Nuova Sabatini, che continua a facilitare l’accesso al credito per le piccole e medie imprese impegnate nell’acquisto di macchinari e attrezzature produttive. Aumentano inoltre le risorse destinate ai contratti di sviluppo, pensati per sostenere grandi investimenti industriali con forte impatto occupazionale.
I bonus che spariscono definitivamente
Alcune misure non vengono rinnovate. Dal 2026 esce definitivamente dal sistema degli incentivi il bonus sport per i figli. Non viene confermato neppure il contributo diretto per l’acquisto di elettrodomestici ad alta efficienza con sconto immediato, che si chiude con il 2025.
Il quadro finale
La Manovra 2026 non cancella i bonus, ma ne cambia la filosofia. È la fine dell’eccezione permanente e l’inizio di una fase più selettiva, in cui contano requisiti, priorità e sostenibilità finanziaria. Per cittadini e imprese, il rischio non è la scomparsa degli incentivi, ma la difficoltà di orientarsi in un sistema meno generoso e più rigido.
Nel 2026, più che chiedersi quali bonus esistono, diventa fondamentale capire a quali condizioni si può davvero accedere.
