
Nel Natale in cui Checco Zalone è tornato a dominare il box office con numeri da evento nazionale, c’è un piccolo cinema di provincia che ha deciso di fermarsi un passo prima. La decisione ha subito scatenato molte reazioni: tutto è partito per una questione di principio.
A Bellano, sul lago di Como, la sala locale ha rinunciato a proiettare Buen Camino durante le feste. Una scelta che, letta superficialmente, può sembrare autolesionista. Ma che, osservata da vicino, racconta molto più del successo di un film: racconta il rapporto di forza tra distribuzione, sale cinematografiche e pubblico.
Perché quando esce un film di Checco Zalone non arriva solo una commedia. Arriva un meccanismo industriale complesso, fatto di numeri, vincoli contrattuali e settimane di programmazione blindata.
Zalone come evento sistemico del cinema italiano
Il ritorno di Zalone nelle sale con Buen Camino ha confermato una dinamica ormai strutturale. Nel primo giorno di programmazione il film ha superato i 5,6 milioni di euro di incasso, portando in sala oltre 680 mila spettatori. Un dato che ha staccato nettamente tutti gli altri titoli in cartellone e che abbiamo analizzato nel dettaglio nel nostro approfondimento sugli incassi record di Buen Camino.
Numeri che non raccontano solo il successo di un singolo film, ma la capacità di Zalone di diventare, a ogni uscita, il perno attorno a cui ruota l’intera stagione cinematografica. Quando c’è lui, il pubblico risponde in massa. Le sale si riempiono. Il confronto con Hollywood diventa secondario.
Ed è proprio questo “effetto Zalone” a rendere il caso Bellano interessante.
Le condizioni della distribuzione e il nodo della programmazione
Per proiettare Buen Camino nel periodo natalizio, al Cinema di Bellano è stato chiesto di garantire settimane consecutive di programmazione esclusiva. Tradotto: niente rotazione di titoli, niente spazio per altri film, niente possibilità di costruire una proposta alternativa per il pubblico locale.
Una richiesta standard per i grandi multiplex, ma molto più problematica per una sala di territorio che vive di equilibrio, varietà e rapporto diretto con la comunità.
La direzione del cinema ha deciso di non accettare. Non un rifiuto verso Zalone, ma verso un modello che rischia di trasformare le sale indipendenti in semplici terminali di un unico prodotto.
Una scelta culturale prima che commerciale
Al posto di Buen Camino, a Bellano è stata costruita una programmazione diversa: titoli internazionali, film per famiglie, cinema d’autore. Una proposta che ha incluso anche Avatar in esclusiva provinciale e altri film pensati per pubblici differenti.
Il sindaco Antonio Rusconi ha difeso apertamente la scelta, sottolineando come le sale di provincia non siano solo luoghi di intrattenimento, ma spazi culturali e sociali. Rinunciare a un titolo dominante, in questo senso, è diventato un modo per rivendicare un ruolo.
Il cinema, in questa visione, non è soltanto incasso immediato. È presidio culturale, aggregazione, possibilità di scelta. E la scelta, a volte, passa anche dal dire no.
Il paradosso: il film che tutti vogliono (ma non alle stesse condizioni)
Il paradosso è evidente. Buen Camino è uno dei film più visti e discussi del momento, come dimostra anche il dibattito acceso sulla sua accoglienza critica, che abbiamo analizzato nella nostra recensione del nuovo film di Checco Zalone.
È un film che divide, fa discutere, incassa. Ma proprio perché è così centrale, diventa anche uno strumento di pressione contrattuale.
Accettare Zalone a Natale significa, per molte piccole sale, accettare tutto il pacchetto. Rifiutarlo significa esporsi, rinunciare a un incasso sicuro, ma mantenere una propria identità.
Zalone e gli incassi
Il peso di Checco Zalone nel sistema cinema italiano è tale da incidere non solo sugli incassi, ma anche sulle dinamiche industriali. Non è un caso se ogni sua uscita riaccende anche l’attenzione su quanto guadagna, su come sono strutturati i contratti e su quanto il suo nome sia diventato un asset economico.
Ne abbiamo parlato nel nostro approfondimento su quanto guadagna davvero Checco Zalone, perché il suo successo non è solo artistico, ma finanziario e strategico. Quando un film muove milioni di euro in pochi giorni, le regole del gioco inevitabilmente cambiano.
Quando il cinema fa discutere
Il caso Bellano rischia di fare da apripista alle polemiche su Zalone per il nuovo film.
Il film arriverà comunque in sala, a fine gennaio, quando il periodo di sfruttamento esclusivo sarà concluso. Il pubblico potrà vederlo. Ma lo farà alle condizioni del cinema, non della distribuzione.
In un Natale in cui il box office ha parlato quasi una sola lingua, questa piccola sala ha scelto di agire diversamente, lasciando alcuni fan con l’amaro in bocca.
