Vai al contenuto

Aumento accise 2026: il calcolo che tutti dovrebbero fare prima di rifornire

31/12/2025 10:31

Il 2025 si chiude con prezzi dei carburanti in lieve calo, ma l’inizio del 2026 porta con sé una novità che milioni di automobilisti noteranno subito: dal 1 gennaio entra in vigore la rimodulazione delle accise, con un taglio sulla benzina e un aumento equivalente sul gasolio.

Sulla carta sembra un semplice “spostamento” di tasse da un carburante all’altro. Nella pratica, però, l’effetto psicologico e soprattutto economico per chi guida diesel potrebbe essere molto più evidente.

Diesel più caro dal 1° gennaio: l’effetto dell'aumento sulle nuove accise sul pieno nel 2026

In queste ore si sovrappongono due movimenti: da una parte il trend di fine anno che ha visto una discesa graduale dei prezzi medi alla pompa, dall’altra l’impatto fiscale delle nuove aliquote. Il risultato è un inizio 2026 che rischia di creare confusione: quanto aumenta davvero il diesel? La benzina scende davvero? E soprattutto: come capire se il tuo distributore sta “scaricando” correttamente la riduzione?

Leggi anche: Regime forfettario 2026: chi resta dentro e chi rischia di uscire

Leggi anche: Le chiusure più dolorose del 2025: quali attività storiche hanno abbassato la serranda in Italia

Nuove accise dal 1° gennaio 2026: cosa prevede la norma

Dal 1° gennaio entrano in vigore le nuove accise previste dalla Legge di Bilancio: l’aliquota sulla benzina scende di 4,05 centesimi al litro e, in modo speculare, quella sul gasolio aumenta di 4,05 centesimi al litro. Considerando anche l’IVA, l’impatto stimato sui prezzi finali è di circa 5 centesimi al litro sul carburante che subisce l’aumento.

Tradotto: chi fa rifornimento di diesel può aspettarsi un rialzo visibile, mentre sulla benzina la riduzione potrebbe essere meno percepibile (anche perché i prezzi oscillano quotidianamente e il “rumore” di mercato può coprire variazioni piccole).

Quanto costa in più un pieno di diesel: i calcoli più concreti

Il punto non è solo “5 centesimi al litro”. Per capirlo davvero bisogna ragionare su un pieno tipico:

  • Pieno da 50 litri: l’aumento può valere circa +2,47 euro.
  • Due pieni al mese: l’aggravio annuo può arrivare a circa 59 euro per auto.

Questi calcoli sono utili perché trasformano una variazione “piccola” in un costo annuale concreto, soprattutto per chi usa l’auto per lavoro o percorre molti chilometri. E se il pieno medio è più alto (SUV, station wagon, furgoni) l’effetto cresce.

Benzina: perché il ribasso potrebbe non vedersi (o vedersi poco)

Qui arriva la parte più delicata. In teoria, se l’accisa scende, la benzina dovrebbe scendere. In pratica, ci sono almeno tre motivi per cui potresti notare poco:

  1. Oscillazioni di mercato: la benzina cambia prezzo spesso anche per dinamiche internazionali, margini e concorrenza locale.
  2. Tempi di trasferimento: alcune reti aggiornano i prezzi consigliati in modo graduale; altri si muovono più rapidamente.
  3. Asimmetria percepita: storicamente i rincari tendono a essere immediati e visibili, i ribassi più “lenti” o meno marcati.

Morale: il rischio è che l’automobilista diesel veda l’aumento subito, mentre chi usa benzina non percepisca con la stessa chiarezza la riduzione.

I prezzi di fine 2025: la fotografia prima del cambio accise

Per capire l’effetto di gennaio, serve una base di partenza. Le rilevazioni sui prezzi medi nazionali riportano, a fine dicembre, valori indicativi su migliaia di impianti. In sintesi:

  • Benzina self intorno a 1,68 €/l (con differenze tra compagnie e “pompe bianche”).
  • Diesel self intorno a 1,63 €/l.
  • Al servito i valori sono più alti e la distanza può diventare importante su base annuale.

Il messaggio chiave è che la variazione fiscale va a innestarsi su un livello già “mosso” e diverso per zona, rete e tipologia (self/servito). Proprio per questo conviene ragionare non su un numero unico, ma su un intervallo realistico.

Autostrada vs città: dove l’aumento si sente di più

In autostrada i prezzi sono mediamente più alti rispetto alla rete urbana/extraurbana. Se un litro costa di più, i margini e le differenze assolute in euro sul pieno crescono. La rimodulazione delle accise incide in modo uguale “per litro”, ma il contesto autostradale rende spesso più evidente la spesa totale.

Se viaggi molto, l’effetto combinato può essere questo: prezzo già più alto + aumento accise = pieno più pesante e “percepito” immediatamente, soprattutto nei periodi di rientro e partenze.

Chi è più esposto: 3 profili tipici

Non tutti pagheranno allo stesso modo. I profili più esposti sono:

  • Commuter diesel: chi fa tanti km per lavoro e rifornisce spesso.
  • Famiglie con una sola auto diesel: anche senza “chilometraggi folli”, due pieni al mese sono comuni.
  • Professionisti e partite IVA: chi usa veicoli più grandi (van, multispazio) e vive di spostamenti.

Chi usa l’auto saltuariamente, invece, noterà molto meno: l’aumento annuale “si diluisce” perché i pieni sono pochi.

Come controllare se stai pagando il prezzo giusto

Con una variazione fiscale così chiara, la domanda pratica diventa: come faccio a capire se il mio distributore sta applicando correttamente il cambiamento? Alcuni suggerimenti semplici:

  • Confronta self vs self (non self vs servito, perché cambia troppo).
  • Guarda 3-5 impianti nella tua zona: anche 2-3 centesimi di differenza, su base annua, valgono parecchio.
  • Fai media mensile: non fissarti su un singolo giorno (i prezzi cambiano spesso).

Il “trucco” non è inseguire il centesimo, ma evitare le stazioni sistematicamente più care quando hai alternative vicine.

Il contesto: prezzi in calo, ma il 2026 parte con un segnale diverso

A fine 2025 si registrava una discesa dei prezzi medi, con la benzina su livelli che non si vedevano da tempo. È proprio questo che rende la novità più “storta” nella percezione collettiva: mentre molti si aspettavano un inizio anno più leggero alla pompa, per chi guida diesel l’effetto sarà opposto.

Inoltre il tema carburanti ha sempre un impatto indiretto: trasporti, logistica, costi di consegna. Non significa automaticamente rincari generalizzati, ma è uno dei fattori che nei primi mesi dell’anno verrà monitorato con attenzione, soprattutto se dovessero risalire anche le quotazioni internazionali di petrolio e raffinati.

Cosa aspettarsi nelle prime settimane di gennaio

Nelle prime settimane del 2026 potresti vedere tre cose:

  1. Riallineamento veloce sul diesel (l’aumento tende a manifestarsi subito).
  2. Effetto “meno visibile” sulla benzina (il calo potrebbe essere parziale o coperto dalla volatilità).
  3. Più differenze tra impianti: alcune zone reagiscono prima, altre dopo, anche per dinamiche concorrenziali locali.

Se vuoi un approccio pratico: segnati per una settimana i prezzi di due distributori “di fiducia” e di uno “economico”. Ti basta questo per capire se conviene cambiare abitudini.

Continua a leggere su UrbanPost