False mail dalla Agenzia delle Entrate – La email della Agenzia delle Entrate che tanti italiani stanno ricevendo in queste settimane è, semplicemente, falsa: richiede versamenti a vario titolo, e in tanti ci sono cascati. L’allarme è stato lanciato dalla stessa Agenzia delle Entrate, costretta a precisare, sul suo sito, che non invia mai per posta elettronica comunicazioni contenenti dati personali dei contribuenti. Ecco il meccanismo della truffa e come difendersi. (Continua a leggere dopo la foto)
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Le email che arrivano
Non si tratta di una truffa “nuova”, l’allarme era stato lanciato già nel 2021. Eppure, le segnalazioni proseguono tuttora: è assai facile cascarci, come dicevamo, anche perché arriva in formato PEC (Posta elettronica certificata) e restituisce una parvenza di attendibilità. False mail a scopo estorsivo – tecnicamente, come vedremo, si parla di “phishing” – che sfruttano anche il nome del Direttore, Ernesto Maria Ruffini. Tipicamente, viene richiesto un pagamento “urgente” dettato da presunte irregolarità fiscali e contributive. Nelle campagne di phishing legate ad istituzioni ed enti pubblici, quasi sempre i truffatori chiedono il pagamento di somme minacciando azioni di recupero in caso contrario.
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A cosa stare attenti
In genere i messaggi arrivano via mail, SMS, WhatsApp o per telefono, con prefissi italiani o esteri: in quest’ultimo caso, analogo alle truffe attraverso WhatsApp di cui ci siamo già occupati, siamo certi che si tratti di un tentativo di truffa. Anzi cybertruffa, per essere più precisi. I messaggi spesso contengono documenti che possono sembrare autentici, riportando i loghi del Fisco italiano e recapiti che sembrano autentici. (Continua a leggere dopo la foto)
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Cosa (non) fare
Il tono troppo perentorio e il carattere di urgenza sono i primi aspetti che debbono far suonare il proverbiale campanello d’allarme. Allo stesso modo, le sgrammaticature e gli errori ortografici sono chiare conferme che ci si trovi davanti a qualcosa di poco limpido. Per ridurre al minimo i rischi di incappare in una di queste trappole è fondamentale adottare una serie di accorgimenti. Come si capisce se una mail è sospetta? Intanto, cominciando col chiedersi se il messaggio proviene da un mittente noto, poi verificando se è scritto in italiano corretto. Ancora: è rivolto personalmente a noi? È ben “costruito”, cioè i caratteri usati sono coerenti o sembra un copia/incolla raffazzonato? Il discorso “fila” liscio e ha senso compiuto? Anche una sola di queste mancanze è sufficiente a considerare prudentemente il messaggio come pericoloso. E, se ci sono allegati, non apriteli! Non senza aver controllato che abbiano una sola estensione (ad esempio .docx e non .docx.exe). In caso di dubbi sulla provenienza reale di un documento ricevuto per mail, piuttosto che aprirlo è preferibile contattare il mittente per altra via. Uno degli stratagemmi per poter identificare la truffa sin da subito, è, inoltre, quello di gettare un occhio all’indirizzo email da cui proviene la comunicazione, che di solito compare come dc.liquidazione5.noreply@pec.agenziaentrate.it. (Continua a leggere dopo la foto)
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Cos’è il “phishing”
Il phishing è la pratica fraudolenta di inviare e-mail che sembrano provenire da aziende rispettabili per indurre le persone a rivelare informazioni personali, come password e numeri di carta di credito: un tipo di truffa effettuata su Internet attraverso la quale un malintenzionato cerca di ingannare la vittima convincendola a fornire dati o pagare somme assolutamente non dovute.
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