Alberto Stasi revisione processo, Roberta Bruzzone ‘boccia’ la richiesta di revisione del processo avanzata di recente dal nuovo avvocato di Stasi. A suo dire le possibilità che il caso venga riaperto sono pressoché nulle.
«È un altro caso di revisionite»: la Bruzzone boccia la mossa di Alberto Stasi
“Ritengo che questa nuova richiesta di revisione avanzata dalla nuova difesa di Alberto Stasi sia destinata ad andare incontro all’ennesimo rigetto”. Con queste parole la nota criminologa mette nero su bianco sulle pagine del settimanale Giallo il suo parere professionale sulle recenti novità sul delitto di Garlasco. “Anche dopo la fine del processo, terminato con la conferma in Cassazione della sentenza di condanna a 16 anni, la difesa di Stasi non ci ha risparmiato una serie di iniziative che si sono rivelate dei clamorosi buchi nell’acqua”.
La Bruzzone ripercorre la precedente istanza presentata qualche anno fa dal primo pool difensivo di Stasi. In particolare la vicenda che tirò in ballo Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, poi conclusasi con un nulla di fatto. “Dopo che il gip di Pavia ha ‘categoricamente escluso’ il coinvolgimento di Andrea Sempio nella vicenda, disponendo l’archiviazione della cosiddetta ‘inchiesta-bis’ sul delitto di Garlasco, ora Stasi e la sua difesa stanno provando a ribaltare il suo destino giudiziario con una richiesta di revisione.
La Bruzzone ripercorre gli elementi salienti del caso
Quattro gli elementi in particolare su cui verterebbe l’istanza di revisione presentata dalla difesa di Alberto Stasi. “La testimonianza della signora Travain porterebbe a spostare in avanti l’ora del delitto, ridando a Stasi un alibi. In tutta franchezza, mi sembra un po’ pochino che una testimonianza, che certo non ha carattere di granitica prova scientifica, per altro già ampiamente considerata durante il processo, possa spostare la questione di punto da risultare determinante in un ipotetico (e assai improbabile) giudizio di revisione”. Lo scrive la Bruzzone.
Ciò che però ha pesato tantissimo nella condanna definitiva a 16 anni di carcere è, come sottolinea la criminologa, ben altro. “È l’assenza di tracce di sangue sulle sue scarpe e nella sua autovettura che ha pesato maggiormente nell’impianto accusatore contro Alberto Stasi e, a mio avviso, non può in alcun modo essere più messo in discussione”. Potrebbe interessarti anche —> Chiara Poggi possibile revisione processo, Alberto Stasi spera: il mistero dei capelli lunghi nel lavandino