Omicidio Marco Vannini news: i soldi, unico pensiero della famiglia Ciontoli dopo lo sparo che cagionò la morte del bagnino di Cerveteri. Attutire il danno economico che l’avrebbe colpita una volta appurata la responsabilità di quel colpo – a detta del capofamiglia, “accidentale” – di arma da fuoco che uccise il povero Marco. Questa la unica e sola premura manifestata dai membri della famiglia imputata per la morte di Vannini. E così, dalla prima ora, Antonio Ciontoli e la moglie, Maria Pezzillo, si sono mossi tatticamente in questo senso, puntando subito a tutelare il proprio patrimonio, mettendolo al sicuro.
Antonio Ciontoli e moglie: tattiche per salvaguardare il patrimonio a poche ore dall’omicidio di Marco
C’è tutta una serie di intercettazioni che lo prova, molte delle quali rese note dal programma Le Iene che da tempo ormai si sta occupando di questa drammatica vicenda giudiziaria il cui ultimo atto andrà in scena a febbraio 2020 con il verdetto della Cassazione. Il 22 maggio, il giorno dopo il funerale di Marco, Antonio Ciontoli intercettato al telefono con il cognato Peppe già parlava di quanto discusso con il suo avvocato: “Ho chiesto un po’ di cosucce per quanto riguarda eventuale risarcimento danni. Loro (i Vannini ndr) si possono avvalere solo sui miei averi, sul 50% della casa di Ladispoli, sulle macchine”, dice Ciontoli. Il giorno dopo al suo legale dice: “Non so se conviene chiudere il conto corrente che ho cointestato…”, ma lui lo frena: “Adesso è presto. Non prendiamo iniziative, te lo dico io quando farlo”.
“Dovremmo lasciare il conto che abbiamo a nome di mio marito e aprirne un altro intestato a me su cui portare i nostri soldi”, così parlava la moglie di Antonio Ciontoli, intercettata il 27 maggio 2015, dieci giorni dopo la morte del fidanzato della figlia Martina. Per la vittima nessuna parola, alcun profondo dispiacere manifestato, ma solo mero calcolo economico ed egoistico. In quello stesso giorno – secondo quanto ricostruito da Le Iene – la donna prende appuntamento in banca e si muove per cambiare tutte le intestazioni ai conti correnti. I Ciontoli in appello sono stati condannati a pagare una provvisionale di 200mila euro per entrambi i genitori di Marco, ma i Vannini non hanno visto ancora 1 euro di quel denaro.
Tasse da pagare sul risarcimento non ancora liquidato: danno e beffa per i Vannini
“Questi sono soldi sporchi, io voglio che ci sia giustizia e che vadano in galera”, ha dichiarato la mamma Marina Conte al riguardo. Si è inoltre verificato un altro fatto incredibile che rende oltremodo sgomenti i genitori di Marco: “Lo Stato non regala nulla ai genitori di Marco – ha spiegato l’avvocato di famiglia, Celestino Gnazi – dal momento che hanno dovuto anticipare le imposte pagando all’Agenzia delle entrate il modello F24 a titolo di tassazione per un provvedimento del giudice legato all’esecuzione relativo al pignoramento dello stipendio e del Tfr di Antonio Ciontoli” . Oltre il danno (non quantificabile), purtroppo per loro, anche la beffa.