Brutta sorpresa a Pasqua, gli Italiani si troveranno a fare i conti con un ulteriore ritocco dei costi dei beni di prima necessità. Scatta l’allarme dell’aumento sui prezzi. A riferirlo il Codacons, che ha messo in chiaro quanto la situazione sia un’inevitabile quanto diretta conseguenza della guerra in Ucraina che va avanti da oltre un mese. Secondo le stime gli Italiani tireranno fuori oltre 100 milioni di euro in più. Non una sorpresa per gli esperti. Sul sito Coldiretti.it in un articolo pubblicato a febbraio veniva anticipato: «Il pericolo crescente per l’invasione russa dell’Ucraina fa volare le quotazioni internazionali di grano per il pane e mais per l’alimentazione animale che fanno registrare rispettivamente un balzo del 4,5% e del 5% in una sola settimana».
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Aumento dei prezzi, allarme del Codacons: brutta sorpresa a Pasqua per gli Italiani
In quello articolo uscito sul sito «Coldiretti» si parlava di emergenza globale e si diceva che l’Italia era tra i paesi più esposti e coinvolti: «Importa addirittura il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti. Nel 2021 sono arrivati oltre 120 milioni di chili di grano dall’Ucraina e circa 100 milioni di chili di grano dalla Russia che peraltro ha già annunciato di limitare dal 15 febbraio al 30 giugno prossimo le proprie esportazioni di grano». Tra i prezzi in volo Codacons segnala: la farina, bene indispensabile per la preparazione di numerosi cibi, che costa oggi il 10% in più rispetto allo scorso anno; mentre il burro sale del +17,4%. L’olio di semi va al +23,3%, lo zucchero costa il 5,6% in più. La pasta balza del +13%, la frutta del +8,1%, il pane del +5,8%, mentre la verdura registra il record del +17,8%.
Gli ultimi dati dell’Istat
Per avere un quadro completo riferiamo anche gli ultimi dati dell’Istat, l’istituto statistico, che dicono che l’Italia sta soffrendo dell’attuale ondata di inflazione che investe l’Europa e il mondo intero. L’indice Fao sui cereali è salito del 17,1% in marzo su febbraio, in gran parte per le attese sul mercato di minori spedizioni dai porti del Mar Nero. In particolare il grano tenero solo nel mese di marzo è rincarata del 20%. Idem gli oli vegetali rincarati del 23% in marzo. Si iniziano poi a notare aumenti significativi nei prodotti come i latte e derivati (più 2,6%) e le carni (più 4,8%) proprio perché mangimi come il mais aumentano molto a causa del conflitto e rappresentano circa la metà o più dei costi degli allevamenti. Leggi anche l’articolo —> Patrimoniale sui conti correnti, la richiesta dei sindacati a Draghi: “Prelievo forzoso”