Autostrade Benetton – Mercoledì 21 ottobre 2020. Si è ancora lontani dalla trattativa per cedere Autostrade alla Cassa Depositi e Prestiti, insieme ai fondi Macquarie (australiano) e Blackstone (statunitense). Come riporta ‘Il Tempo’, il negoziato è in salita, perché il problema sta nel prezzo offerto per rilevare l’88% di Aspi detenuto da Atlantia. Per la holding dei Benetton, infatti, il corrispettivo è ancora troppo basso, poco rispondente del valore dei beni in oggetto della cessione. Per chiudere l’affare basterebbe ‘ritoccare’ l’offerta, alzando la somma. Ma è di queste ore un’altra notizia “bomba” sempre rilanciata dal giornale di Franco Bechis.
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Autostrade Benetton accordo lontano: arriva però “regalo” della De Micheli
Mentre prosegue il braccio di ferro con Atlantia dal ministero dei Trasporti sarebbe arrivato un dono. La ministra Paola De Micheli, come scrive il Domani, “volontariamente o per distrazione”, avrebbe “predisposto un regalo di alcuni miliardi per la holding che fa capo alla famiglia Benetton”. Di che si tratta? Il ministero “avrebbe garantito alla società pedaggi e dividendi che fanno salire il valore di Aspi da 7 a 11 miliardi”. Un fatto che Domani ricollega alla vendita di Aspi a Cassa depositi e prestiti. Sullo stesso giornale, si legge che Cassa Depositi e prestiti “si troverebbe a pagare un prezzo tra i quattro e cinque miliardi per compensare la redditività dell’azienda, affossata dal crollo del ponte Morandi. Soldi naturalmente pagati attraverso i pedaggi degli automobilisti. Il campo di battaglia dove si combatte una guerra complicatissima è il Pef, il piano economico finanziario che impegna governo e concessionario e regola i dettagli della cessione decisa al posto della revoca della concessione”. Ed è qui che sarebbe stato concesso un aumento dei pedaggi annuale e automatico fino al 2038 dell’1,75 %, che avrebbe determinato la reazione dell’Autorità di regolazione dei trasporti.
Salvini sul nodo Autostrade: «Il governo sta consegnando la stragrande maggioranza delle quote in mani straniere»
Sul nodo Autostrade e il problema della trattativa si è espresso nei giorni scorsi, tra i tanti politici, anche Matteo Salvini, allarmato dalla presenza maggioritaria di due fondi stranieri nell’eventuale futuro assetto azionario della società. «Nessuna seria revisione delle concessioni, in compenso il governo sta consegnando la stragrande maggioranza delle quote di Autostrade in mani straniere», ha detto il leader della Lega, che ha poi specificato: «È uno scenario che rende ancora più drammatica la paralisi degli investimenti, con 13 miliardi bloccati da due anni. Questo governo non tutela l’interesse pubblico e mette in pericolo l’Italia». Leggi anche l’articolo —> Autostrade, Paragone: “Voglio capire se i Benetton se ne vanno con qualcosa in tasca”