Beppe Grillo è tornato sul palcoscenico digitale e ha lanciato la sua proposta per fronteggiare il post emergenza coronavirus: resettare l’economia e istituire, una volta per tutte, il suo famoso reddito universale. E con un lungo post pubblicato sul suo blog, il fondatore del Movimento 5 Stelle spiega anche come trovare le risorse per farlo: per esempio tassando i grandi patrimoni.
Beppe Grillo e il reddito universale per fronteggiare la crisi economica provocata dal coronavirus
“E’ arrivato il momento di mettere l’uomo al centro e non più il mercato del lavoro. Una società evoluta è quella che permette agli individui di svilupparsi in modo libero, creativo, generando al tempo stesso il proprio sviluppo. Per fare ciò si deve garantire a tutti i cittadini lo stesso livello di partenza: un reddito di base universale, per diritto di nascita, destinato a tutti, dai più poveri ai più ricchi, che vada oltre questa emergenza”, si legge sul blog. “Le fonti principali di finanziamento potrebbero essere varie. Si può andare dalla tassazione delle grandi fortune, dei grandi colossi digitali e tecnologici (Mark Zuckerberg, Bill Gates e Elon Musk sono sempre stati a favore del reddito universale), magari quelle a più alto tasso di automazione; o rivedere le imposte sui redditi da capitale e sulla proprietà intellettuale.
Oppure le cosiddette “ecotasse”, come il Climate Income, Reddito dal Clima, con una tassa sui combustibili fossili come carbone, petrolio e gas; o come avviene in Alaska dal 1982 con l’Alaska Permanent Fund: un dividendo del rendimento economico di un capitale pubblico, che attinge dalle compagnie fossili. Ogni anno, una parte delle entrate derivanti dal petrolio statale è messa in un fondo. Il governo piuttosto che spendere quel denaro, lo restituisce ai cittadini residenti, bambini compresi, attraverso un dividendo annuale. Come ripeto ormai da anni le soluzioni ci sono, sta a noi la scelta di sederci intorno ad un tavolo per riconvertire la qualità della nostra vita e creare un sistema che formi persone, non lavoratori.”.
L’idea di un reddito universale però, per quanto potrebbe segnare il passaggio da un’etica del lavoro a una della solidarietà, rischia di essere letteralmente insostenibile per il Paese e di conseguenza di tradursi nel tagli di svariate forme di assistenza, con il peggioramento dei servizi pubblici.
Beppe Grillo: “E’ il momento di cambiare lo status quo”
Grillo inizia il post spiegando che “l’Organizzazione internazionale del lavoro stima che la disoccupazione globale potrebbe colpire 25 milioni di persone (la crisi del 2008 ha comportato un aumento di 22 milioni di disoccupati). Si prevede una caduta libera delle entrate, un aumento esponenziale della disoccupazione e una riduzione del numero di ore lavorative. Milioni di persone cadranno sotto la soglia della povertà”. Questo significa che “milioni di italiani non avranno nei prossimi mesi un’entrata garantita”.
Poi, continua dicendo che “gestire questa crisi non richiede solo affrontare l’emergenza sanitaria, ma anche proteggere economicamente tutta la popolazione. Un reddito di base universale, incondizionato, è la sola panacea al collasso del sistema, all’instabilità che sta uccidendo psicologicamente ed economicamente milioni di famiglie”.
Ho un messaggio importante per tutti voi. https://t.co/9T869kfTu6
— Beppe Grillo (@beppe_grillo) March 30, 2020
Coronavirus, reddito d’emergenza o reddito universale?
E questo è vero: bisogna proteggere economicamente la popolazione. Ma siamo sicuri che la soluzione sia un reddito universale incondizionato? Soprattutto, di quanto si può parlare? Quando potrebbe influire sulle casse dello stato, per esempio, un reddito di 500 euro per ogni persona, adulto e bambino all’interno dei confini? Il rischio è quello che l’idea di una soluzione emergenziale, tipica italiana, possa tradursi in una decretazione d’urgenza che viene usata in tutte le decisioni del governo, e quindi in un’economia della sussistenza che durerebbe anni. E si svilupperà nel tentativo di garantire un reddito, invece che far ripartire l’economia e quindi creare nuovi posti di lavoro. Il reddito universale, pensato in questo modo, infatti andrebbe riconosciuto indistintamente a tutti: a chi lavora, come a chi neppure cerca un impiego.
E in più dovrebbe essere sufficiente a soddisfare i bisogni di base. Trovare il giusto equilibrio può risultare davvero difficile perché più l’assegno è alto e più la misura è universale, ma diventa allo stesso modo anche più costosa per lo Stato. E’ un’ipotesi che dovrebbe essere gestita veramente molto bene.
Il fondatore del Movimento 5 stelle, poi, afferma che l’emergenza causata dal coronavirus che stiamo vivendo ci metterebbe di fronte alla possibilità di una svolta epocale: “La prima guerra mondiale portò milioni di donne nelle fabbriche e diede il via all’emancipazione delle donne, il Piano Marshallrilanciò l’economia e il benessere del Dopoguerra. L’emergenza che stiamo vivendo potrebbe favorire una svolta epocale, rivoluzionaria, che da molti superficialmente è stata sempre considerata folle, e che potrebbe cambiare in meglio il nostro futuro. E’ giunto il momento di stravolgere il nostro status quo, se non ora, quando?”.
Reddito universale: cosa ne pensano gli altri
Intanto le altre voci si stanno velocemente unendo per chiedere un maggiore aiuto alle famiglie in difficoltà. Luigi Di Maio, per esempio, ha dichiarato su Rai 1: “I sindaci vanno sempre ascoltati, se hanno bisogno di maggiori aiuti glieli daremo. Stiamo lavorando a un reddito di emergenza. Grazie al reddito di cittadinanza 2,5 milioni di persone possono dare da mangiare ai loro figli. Non si tratta di assistenzialismo”, ma di misure che servono a disinnescare una potenziale “bomba sociale”. Sulla stessa lunghezza d’onda sembra essere anche dal viceministro dell’Economia Antonio Misiani, il quale ha commentato: “In una condizione di emergenza nazionale in cui c’è un’epidemia e chiediamo alle famiglie di rimanere a casa, dobbiamo prevedere un sostegno il più universalistico possibile”.
Tutti, però, sembrano parlare di una misura temporanea per contrastare il coronavirus, quindi differente dalla proposta di Beppe Grillo. Totalmente contrari invece si sono espressi Matteo Renzi, il quale ha dichiarato che “il disegno di Beppe Grillo è chiaro: decrescita felice e reddito di cittadinanza. Il senso delle mie interviste di questi giorni è l’opposto: servono crescita e lavoro. Ecco perché bisogna pensare subito a come riaprire ad aprile. Adesso ci stiamo giocando il futuro. Adesso!”. E anche Forza Italia, che tramite la voce di Annagrazia Calabria ha commentato: “Nel momento meno appropriato, Beppe Grillo decide di interrompere il silenzio e di entrare nel dibattito politico rilanciando una delle sue proposte deliranti: il ‘reddito universale’.
Il Coronavirus è un cataclisma sociale ed economico, non il laboratorio per costruire la società antimeritocratica sognata dal M5s. In questo momento c’è bisogno di serietà e responsabilità per far sì che la nostra economia riesca a reggere l’urto fortissimo a cui è sottoposta e che i cittadini possano conservare i propri posti di lavoro. Ne abbiamo abbastanza delle boutade e delle sperimentazioni a 5 Stelle”.