«“Berlusconi al Quirinale? Sarebbe simile a Pertini”. Questo mio post della settimana scorsa ha fatto impazzire la macchina mediatica del grillismo: sono quattro giorni che monta sui social lo sdegno pentastellato per il mio accostamento di Berlusconi a Pertini». Comincia così il lungo articolo di Gianfranco Rotondi, deputato di Forza Italia e Presidente di Rivoluzione Cristiana, uscito sull’«HuffPost». L’uomo è stato travolto dalle polemiche nei giorni scorsi per aver paragonato l’ex presidente della repubblica al leader azzurro. «È scesa in campo persino l’ammiraglia mediatica di Andrea Scanzi, che su Facebook commenta così: “Berlusconi uguale a Pertini. Ma certo. Proprio uguale. Berlusconi e Pertini. Un po’ come dire che Povia è uguale a Hendrix, Montesano a Pacino, Gasparri a Churchill, Paragone a Mandela e la Maglie a Tina Anselmi. Siamo oltre ogni tristezza immaginabile», ha osservato Rotondi, che ha cercato poi di illustrare le sue ragioni.
leggi anche l’articolo —> Quirinale, Berlusconi il “temporeggiatore”: gli ultimi contatti con Draghi
“Berlusconi al Quirinale sarebbe come Pertini”, Rotondi torna a parlare dopo le polemiche
“Berlusconi al Quirinale? Sarebbe simile a Pertini”. In che senso? Avrebbe detto Carlo Verdone. Il deputato di Forza Italia Gianfranco Rotondi, finito nell’occhio del ciclone, ha provato a chiarire cosa intendesse dire: «Agli occhi dei pentastellati ho bestemmiato in Chiesa, perché credono che Pertini sia ‘loro’. In politica il furto di cadavere è consentito, ma fino a un certo punto. L’uso della immagine di Pertini come icona grillina è esagerato», ha scritto sull’«HuffPost». «Pertini è stato tante cose (alcune immense come la scelta di rifiutare la grazia chiesta dalla mamma al regime), ma al Quirinale ci è arrivato per volontà di Bettino Craxi. Era un uomo del Psi, un amico di Craxi e anche del dc Forlani, al quale si affrettò a dare l’incarico di governo. Se proprio vogliamo appiccicare un’etichetta al vecchio Sandro, opterei per quella del Caf, non del Movimento 5 Stelle. Caro Scanzi, Pertini è ‘nostro’, non ‘vostro’. Sandro Pertini fa parte della storia del pentapartito, del socialismo craxiano, dell’alleanza tra cattolici e riformisti per mettere in angolo i comunisti», ha aggiunto il deputato azzurro. Rotondi, a supporto del suo ragionamento, ha tirato fuori pure un aneddoto, ad un certo punto: «Pertini era così craxiano da ricevere Berlusconi in pompa magna al Quirinale, sillabando la famosa previsione (…): “Dottor Berlusconi, si guardi bene il palazzo del Quirinale, perché un giorno lei sarà qui al posto mio”».
«Al Quirinale Silvio si dedicherebbe all’opera che più gli riesce: piacere»
«Al Quirinale Silvio si dedicherebbe all’opera che più gli riesce: piacere. A Silvio piace piacere, e la vetrina quirinalizia gli permetterebbe di esercitare con giusta grazia di Stato una attività per cui ha spontanea e innata propensione. In questo Silvio è come Pertini: anche a lui piaceva piacere, come ricordano i cronisti del suo tempo», l’osservazione di Rotondi sull’«HuffPost». Vi ha convinti? Mah, comunque non del tutto. Mai come in questo caso, su un terreno “scivoloso” come quello del Quirinale, bisognerebbe tenersi alla larga da certi paragoni. Per dirla con le parole del sommo poeta: «Un bel tacer non fu mai scritto». Sul finale Rotondi non ha risparmiato una staffilata: «Potremmo dire che il virus populista esordisce con Pertini, divampa con ‘mani pulite’, riaffiora nel centrodestra, esplode col grillismo, infetta ancora destre e sinistre e forse finisce con il Governo Draghi. Forse». Leggi anche l’articolo —> Prova di nervi per Mario Draghi, strigliata ai partiti: cosa è successo davvero all’ultimo Cdm