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Quirinale, Berlusconi il “temporeggiatore”: gli ultimi contatti con Draghi | Retroscena

04/01/2022 16:51 - Aggiornamento 04/01/2022 17:05

Quirinale 2022, Berlusconi-Draghi: altro che duello all’ultimo sangue – A Quinto Fabio Massimo, passato alla storia con il soprannome di “temporeggiatore”, andò bene. Grazie ad una tattica ben studiata riuscì a garantire la vittoria romana sui Cartaginesi dopo le disfatte subite. Chissà che a Silvio Berlusconi non tocchi la stessa sorte del generale. Secondo quanto riferito da Francesco Olivo su «La Stampa» la manovra del Cavaliere è quella dell’attendere. Le riserve sulla sua candidatura al Colle non si scioglieranno come neve al sole troppo presto. Il leader azzurro ne è ben consapevole, per questo “l’intenzione è quella di restare coperto più a lungo possibile, addirittura fino alla quarta votazione se fosse necessario”.

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Quirinale, Berlusconi il “temporeggiatore”: gli ultimi contatti con Draghi | Retroscena

Tra le persone più vicine a Silvio Berlusconi certamente Gianni Letta, che gli consiglia da settimane di non esporsi, per non restare bruciato. Ad indebolire, stando ai giornali, la candidatura del Cavaliere ci sarebbe la figura di Mario Draghi, attuale presidente del consiglio, che però, come rivela Olivo su «La Stampa», ha inviato nei giorni scorsi alcuni “ambasciatori” per far rassicurare Berlusconi: la sua posizione “non sarebbe ostile” a quella della guida di Forza Italia. Dichiarazioni forti che avrebbero confortato l’ex premier, che proprio per questo si sta via via defilando dall’onda mediatica che diventerà sempre più alta mano mano che si avvicinerà il fatidico 24 gennaio, giorno della prima votazione per l’elezione del successore di Sergio Mattarella. Il Cavaliere aspetta con impazienza il prossimo vertice del centrodestra per capire le intenzioni sia della Lega sia di Fratelli di Italia. Ma non c’è ancora una data stabilita: qualcuno riferisce che il summit potrebbe aver luogo dopo l’Epifania. Anche se qualcun altro ritiene che il centrodestra stia aspettando il 13 gennaio prossimo, in cui è prevista una riunione del Pd.

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“Lo scontro non conviene a nessuno”, l’indiscrezione su «La Stampa»

Dal retroscena uscito su «La Stampa» però emerge anche un altro fattore interessante che potrebbe essere determinante nella partita del Quirinale: i rapporti che intercorrono oggi tra Draghi e Berlusconi. “I contatti (…) segnano una volontà reciproca di togliere enfasi a quello che già si sta delineando come un duello tra i due, lo scontro però non conviene a nessuno”, osserva Olivo. Il giornalista cita la frase rubata ad un dirigente di Forza Italia: “In qualunque scenario l’uno avrà bisogno dell’altro”. È un gioco sottile la politica: Berlusconi e Draghi non sono certo due scolaretti. Mai come in questo caso potrebbe valer il detto, spesso abusato in politica: lupo non mangia certo carne di lupo. Dal canto suo il Cavaliere si starebbe convincendo sempre di più di non avere a che fare con un nemico così imbattibile.

Lo proverebbe per Berlusconi la tiepida reazione dei leader politici dopo l’ultima conferenza stampa del premier. Senza contare che per il fondatore di FI Draghi è sì un abile economista, ma è un “uomo algido”, che proprio per questo suo lato caratteriale, risulterebbe poco adatto a svolgere il ruolo di presidente della Repubblica. Ma ciò che spinge Berlusconi ad essere ottimista è soprattutto un fatto di natura politica: se Draghi passasse al Colle la legislatura rischierebbe di non arrivare alla sua fine naturale, cosa invece possibile nel caso in cui dovesse essere eletto lui al Quirinale. Con Berlusconi, infatti, l’economista rimarrebbe a Palazzo Chigi, non ci sarebbero le elezioni anticipate e il Pnrr sarebbe gestito come si deve.

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Quirinale 2022, la strategia raffinata di Silvio Berlusconi

Stando sempre al retroscena pubblicato oggi su «La Stampa» nel corso delle sue telefonate, che son cresciute di numero, con la scusa di fare gli auguri di Natale, Berlusconi avrebbe rassicurato ciascun parlamentare dicendo: “Draghi e io siamo i più apprezzati nei sondaggi”. E che fa? Promuove se stesso e l’altro candidato in pole position? Una contraddizione? Nemmeno per sogno. “Sono in molti a credere che questa strategia serva più che altro a Berlusconi per intestarsi, certo non subito un accordo largo su Draghi e uscire così dalla partita non da sconfitto ma al contrario come uno statista, che privilegia l’interesse della nazione a quello personale”. Ma non è troppo rischioso per il Cavaliere aspettare la quarta votazione? Qualcuno in Fratelli di Italia ne è convinto: non è detto che il Pd, benché in inferiorità numerica, possa prendere in mano nel frattempo le redini del gioco. Leggi anche l’articolo —> Quirinale: Conte tenta la “carta” Moratti per liberarsi di Draghi, ma è rischio schianto nel M5s (e non solo) | Retroscena

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