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Bitonto, 21enne senza parenti dimenticato all’obitorio: oggi Joseph avrà degna sepoltura

31/10/2020 12:47

Su “Repubblica” una storia densa di commozione, un racconto che per certi versi richiama l’Antigone di Sofocle, dove dominante è il tema del diritto di morte e sepoltura. Non poteva e non doveva restare anonimo il corpo di Joseph Ofori, ventunenne annegato l’8 agosto 2019 nelle acque di Pane e Pomodoro, a Bari, mentre faceva il bagno con alcuni amici. Non era giusto che il suo cadavere restasse esposto al gelo di una cella frigorifera dell’obitorio dell’ospedale.

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Bitonto, 21enne dimenticato all’obitorio: oggi Joseph avrà finalmente degna sepoltura

«Meritava una degna sepoltura, un posto in cui la sua famiglia possa in futuro, magari, ritrovarlo e piangerlo». A dirlo Michelangelo Armenise, che lavora con la cooperativa Auxilium e con i migranti, e che per dare pace a Joseph da morto si è mobilitato spontaneamente. Un modo per salvare la memoria del 21enne e la sua dignità di uomo. È lui, Michelangelo, l’Antigone dei giorni nostri. E non riesce a trattenere le lacrime guardando la foto del giovane Joseph, strappato alla vita troppo presto. Un ritratto recuperato poi grazie a persone che conoscevano il ragazzo annegato ad agosto dello scorso anno. Joseph, di origini ghanesi, era in Italia da qualche anno. Lavorava in un’officina meccanica e aveva trovato una fidanzata nella sua città d’adozione, Bitonto. A costargli caro un tuffo nel mare blu. Forse Joseph non sapeva nuotare bene. Atroce scherzo del destino: quelle onde che non l’avevano tradito anni prima, si sono rivelate una culla di morte. Nel 2013 Joseph era sopravvissuto, infatti, alla traversata in mare per trovare fortuna in Italia.

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L’impegno di Michelangelo Armenise e la gara di solidarietà del comune di Bitonto

Guardia costiera, vigili del fuoco e polizia locale si erano dati un gran da fare in quell’afosa giornata di agosto e nei giorni successivi per rinvenire il cadavere. Un corpo a distanza di giorni è stato ritrovato quasi al molo San Nicola, poi condotto alla cella frigorifera del Policlinico di Bari. Le cause del decesso: asfissia violenta per annegamento. Privo di identità, “fratello senza nome”. Qualcuno, però, aveva notato la storia di Joseph, e un anno fa si era chiesto che fine avesse fatto il corpo del ragazzo. «L’ho cercato, e l’ho trovato dove temevo», ha detto a ‘Repubblica’ Michelangelo Armenise. «Dalle informazioni ricavate, sarebbe potuto restare lì per tre anni a disposizione del magistrato, o comunque il primario avrebbe potuto autorizzarne la sepoltura ma temevamo fosse dimenticato», ha proseguito l’uomo, che ha raccontato: «Ho contattato la sua famiglia, ma purtroppo non avevano disponibilità economiche né permessi per venire a recuperare il corpo».

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Joseph sarà sepolto: ora i familiari avranno un posto

Decisivo è stato l’aiuto del comune di Bitonto guidato dal sindaco Michele Abbaticchio, che si è fatto carico di tutte le spese per la sepoltura. Una gara di solidarietà toccante. «Un ringraziamento speciale va riservato all’assistente sociale Maria Antonietta Speranza per avere preso a cuore la storia di Joseph. Lui era credente, quindi con don Vito Piccinonna, direttore della Caritas di Bari e Bitonto, e gli amici dello Sprar Auxilium, da cui il ragazzo era passato, abbiamo organizzato la sepoltura con rito cristiano». Ora la famiglia del giovane ghanese avrà finalmente un indirizzo a cui cercarlo. Leggi anche l’articolo —> Potenza, ristoratore dona cibo invenduto a chi ha bisogno: «Sono arrivate decine di famiglie»