L’unico obiettivo deve essere lavorare insieme come Paese per garantire la ripartenza. Il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha definito la sua idea di lotta alla pandemia causata dal covid, ma ha anche parlato del Partito Democratico ora sotto l’ala di Letta e della “dinamica sterile e tossica” che racconta ancora i dem come “ex renziani”.
Bonaccini: “La lotta contro il covid dobbiamo combatterla tutti insieme”
Sul tema covid Bonaccini si esprime in modo chiaro: “Bisogna lavorare uniti, ed è una condizione che riscontro ogni giorno nel confronto con il governo. L’ondata di febbraio e marzo ci ha costretto a nuove restrizioni, ma adesso la strategia deve evolvere rapidamente perchè le famiglie e gli studenti non possono più aspettare, così come le attività sospese. Serve un piano di ripartenza sicura che abbia al centro non più le chiusure, ma l’immunizzazione rapida di tutti, a partire dagli anziani e dai più fragili”, ha dichiarato. E in questo senso, secondo il presidente dell’Emilia Romagna, è importante che ci sia un piano nazionale uguale per tutte le regioni: “Presidio la conferenza della Regioni e ho ben conosco l’impegno che tutti i presidenti ci stanno mettendo.
Non ci sono venti campagne vaccinali regionali, ma una sola nazionale. Da soli non si esce dalla pandemia, ma ne usciremo insieme come Paese. Trovo giusto che il governo metta a disposizione risorse per far sì che si possa viaggiare tutti al massimo della velocità. Alcune regioni hanno adottato il sistema di prenotazioni delle Poste”. L’Emilia Romagna, però, per esempio no: “La nostra struttura di prenotazioni era pronta prima e sta funzionando bene, perchè cambiarla? Abbiamo bisogno di accelerare, non di fermarci e sarebbe irragionevole farlo dove non ci sono problemi. Mi pare che coi ministri Speranza e Gelmini ci sia pieno accordo anche su questo”, ha sottolineato.
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Bonaccini covid, la priorità è ripartire
Sicuramente, per il presidente dell’Emilia Romagna una priorità è quella di riaprire le scuole: “E’ la prima cosa da fare non appena torneremo sotto la soglia di rischio. E dobbiamo fin da ora prevedere programmi di recupero per i ragazzi”, ha detto. L’intervista a Bonaccini però, non si è concentrata solamente sulla pandemia causata dal covid. Un altro tema che è stato affrontato è quello del nuovo segretario dem, Enrico Letta, e più in generale del futuro del Partito Democratico. “Avrà molti difetti, ma il PD si è sempre dimostrato responsabile, che sta al governo in modo leale e costruttivo. Lo è stato con Conte, lo sarà con Draghi. Il PD deve sostenere il governo con le sue idee e un’identità chiara e riconoscibile, l’impostazione che sta dando Enrico Letta mi sembra centrata ed efficace”.
Riguardo alla scelta di sostituire gli attuali capogruppo con delle donne, poi, ha aggiunto: “Il percorso avviato da Letta va in direzione opposta rispetto alle promozioni o ai siluramenti sulla base di fazioni. Noi dobbiamo essere identificati per le battaglie che facciamo, non per i litigi e le lotte fra di noi. La richiesta di nominare due capogruppo donne non la intendo come il siluramento di due presidenti che hanno svolto un ottimo lavoro, ma come l’affermazione della necessità di più donne al vertice. Non credo sia in discussione il consenso che Delrio e Marcucci hanno nei gruppi parlamentari e il ruolo che devono svolgere in questa stagione che si apre”.
Bonaccini e il PD condotto da Enrico Letta
Quello che però non tollera più il presidente Stefano Bonaccini è che si riconoscano i dem solamente come ex renziani. “Chiederei più rispetto per il PD. Renzi è uscito dal partito nel 2019, continuare a rappresentarci come una comunità di ex è offensivo. Una dinamica sterile e tossica, che è stata utilizzata anche al nostro interno. Letta invece sta rinnovando il gruppo dirigente”, ha commentato in chiusura. >> Tutte le notizie di UrbanPost