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Cacciari: «Sistema morto. Draghi, Mattarella e Amato uniti dal filo dell’impotenza dei partiti»

18/02/2022 10:56 - Aggiornamento 19/02/2022 09:18

«Questo sistema è morto» e il tono di voce con cui il professor Massimo Cacciari ha pronunciato tali parole non lascia spazio a fraintendimenti. Le ultime 48 ore, caratterizzate dalla bocciatura dei referendum e dal nervosismo insolitamente plateale di Mario Draghi per essere andato sotto quattro volte sul Milleproroghe, rappresentano per il filosofo un punto di non ritorno. In un’intervista a «La Stampa» l’ex sindaco di Venezia ha fotografato la situazione preoccupante in cui versa il Paese: «Serve un ripensamento completo dell’agire politico e delle istituzioni». 

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Cacciari

Cacciari: “Sistema morto. Draghi, Mattarella e Amato uniti dal filo dell’impotenza dei partiti”

«La Corte Costituzionale è un organo politico. In Italia non abbiamo poteri neutri. Parte dei membri della Consulta sono eletti dalla politica e così il presidente della Repubblica. La nostra Costituzione non prevede poteri neutrali», ha spiegato Cacciari. Da qui, in questi ultimi frenetici giorni, l’impressione di rivivere il bis di Mattarella. Un déjà-vu che dovrebbe scuotere i partiti: «È come se fossimo di fronte a dei malati che non si vogliono curare. Che non intendono discutere il loro male, anzi, lo nascondono», ha spiegato il professore. Non ha risparmiato certo toni forti: «Lo ripeto, questo sistema è morto. E l’allargamento della forbice tra ceto politico e opinione pubblica può essere foriero di qualsiasi avventura. Non penso a sconquassi novecenteschi ma a pesanti crisi economiche e sociali sì. Bisogna rivedere in fretta il ruolo dei partiti e la funzione del Parlamento».

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«Ci sarebbe da ridere, se non venisse da piangere. Ormai allunghiamo tutto»

A proposito della conferenza stampa di Giuliano Amato, Cacciari ha detto: «Un’innovazione positiva. Il tentativo di trasparenza, di secolarizzazione anche della Sacra Corte. Desacralizziamo tutto da trent’anni. I partiti sono usciti massacrati da Mani Pulite. Bene. E la magistratura è diventata sacra. Bene. Poi però anche la magistratura si è desacralizzata. E così l’esercito e i carabinieri. C’è rimasta una sola istituzione alla quale attribuiamo un po’ di sacralità per il peso dei personaggi che l’hanno interpretata: la presidenza della Repubblica». Una riflessione questa che ha spinto Andrea Malaguti a chiedere al filosofo di spiegarsi meglio: «Significa che forse abbiamo nostalgia di un re. Ma ci stiamo avvicinando visto che chi sale al Colle ci rimane 14 anni. Ci sarebbe da ridere, se non venisse da piangere. Ormai allunghiamo tutto. Pure i cinque stelle vogliono il terzo mandato. E anche i sindaci e i presidenti di Regione: 15 anni in carica. Moltiplicheremo i De Luca in giro per il mondo». 

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Asse Draghi Mattarella Amato, Cacciari: «Politica terrorizzata all’idea di andare a casa»

Si può parlare di asse Draghi, Mattarella Amato? Esiste un fil rouge che li lega? «Il filo è l’impotenza di una politica terrorizzata all’idea di andare a casa. Amato è un politico. Il suo richiamo al parlamento era molto simile a quello di Mattarella. E persino a quello di Napolitano che in altri toni aveva detto al Parlamento le stesse cose: fate le riforme, altrimenti siete degli irresponsabili». Con Draghi a Palazzo Chigi si è scongiurato per il filosofo il rischio del vuoto: «Senza Mattarella, con cui ha un patto di sangue, l’economista avrebbe fatto saltare il banco». Proprio da questo deriverebbe la durezza del premier di questi ultimi giorni: «Si sente semplicemente ancora più libero di agire come gli sembra giusto. Ma nei fatti non cambia niente». Difatti i «partiti battono i pugni sul tavolo ma non vogliono andare a votare, quindi avanti così», ha rimarcato Cacciari. «Questo sarà un anno decisivo. I partiti devono capire in fretta. Se si arriva al voto come nel 2018, in maniera scomposta, la crisi economica e sociale è certa. Le disuguaglianze si stanno moltiplicando in modo impressionante anche Draghi comincia a fare poco. Se non c’è una reazione immediata a questo andazzo andiamo a sbattere», ha concluso. Leggi anche l’articolo —> Referendum, Cacciari: “Lo Stato vende le sigarette ma osteggia la cannabis. Basta con il paternalismo sanitario”

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