Cadaveri in valigia di marito e moglie fatti a pezzi, aggiornamenti sul caso: spunta l’ipotesi sul movente. Secondo quanto riportato da “Leggo” Elona Kalesha, la 36enne di origine albanese in carcere a Firenze da circa un anno per il duplice omicidio dei genitori del suo ex fidanzato, avrebbe ucciso per proibire alla coppia di rivelare al figlio che lei aspettava da un altro uomo.
leggi anche l’articolo —> Verona, si scontra con un autocarro che trasporta bestiame, muore centauro di 28 anni
Cadaveri in valigia, rinviata udienza scarcerazione di Elona: spunta ipotesi movente
Ci sono novità importanti sulla morte dei coniugi Shpetim e Teuta Pasho. Elona Kalesha li avrebbe uccisi per far sì che la coppia, ritrovata lungo la superstrada Firenze-Pisa-Livorno (Fi-Pi-Li), non rivelasse al figlio che lei era incinta di un altro. Per l’accusa sarebbe questo il presunto movente. A far venire fuori tale agghiacciante retroscena le indagini dei carabinieri dirette dalla pm Ornella Galeotti. Secondo quanto accertato dalla procura, la donna avrebbe abortito in ospedale a Firenze nell’ottobre del 2015, esattamente pochi giorni prima della scomparsa dei suoi ex suoceri, avvenuta il 1 novembre. Come pure a distanza di qualche settimana dalla scarcerazione dell’ex fidanzato Taulant Pasho, che è stato detenuto a Sollicciano fino al 2 novembre.
Stamani, durante l’udienza davanti al riesame per discutere della scarcerazione della 36enne, la pm Galeotti ha depositato nuovi documenti. Nel dossier anche il verbale dell’interrogatorio di Taulant Pasho. Questi avrebbe dichiarato di non avere mai saputo della gravidanza della ex, aggiungendo di non poter essere il padre del bambino, perché all’epoca dei fatti era detenuto per reati di droga.
Sulle maniglie della valigie non c’è traccia del Dna della 36enne
Come dicevamo, la donna avrebbe abortito in ospedale a Firenze nell’ottobre del 2015, pochi giorni prima della scomparsa dei Pasho. Il timore che la coppia potesse rivelare all’ex della gravidanza potrebbe essere il presunto movente. Ad ogni modo l’udienza al tribunale del riesame è stata rinviata al 20 settembre su richiesta dei difensori della donna. Ai legali Federico Febbo e Antonio D’Orzi sarà dato il tempo di visionare i nuovi documenti dell’accusa. La stessa difesa aveva chiesto la scarcerazione dall’assistita perché sulle maniglie delle valigie con i resti della coppia non è stato rilevato il Dna della donna. Leggi anche l’articolo —> Firenze valigie con cadaveri, svolta nelle indagini: arrestata la fidanzata del figlio delle vittime