InfaUno scandalo dietro l’altro. Oggi 19 Novembre, i carabinieri hanno arrestato il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Domenico Tallini. L’accusa è di concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico mafioso.
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Calabria Domenico Tallini arrestato
L’emergenza sanitaria sta portando a galla tutti i problemi politici delle regioni. Una regione in particolare ha dimostrato quanto la sua politica fosse inefficace e corrotta. La Calabria. Infatti,Dopo neanche due settimane dalle dimissioni dei commissari alla Sanità prima Cotticelli e poi Zuccatelli, la Calabria si è ritrovata a fare i conti con un altro scandalo politico. Questa volta nel mirino delle accuse abbiamo Domenico Tallini. Il politico di Forza Italia è stato posto ai domiciliari. L’indagine che ha portato all’arresto di Tallini riguarda i suoi presunti rapporti con la cosca Grande Aracri della ‘ndrangheta.
Secondo l’accusa, i rapporti di Tallini con la cosca Grande Aracri avrebbero riguardato la costituzione di una società, con base a Catanzaro. Infatti tale società traeva guadagno dalla distribuzione all’ingrosso di prodotti medicinali mediante una rete di punti vendita costituiti da farmacie e parafarmacie (20 in Calabria, due in Puglia e una in Emilia Romagna).
Le indagini dei carabinieri
I carabinieri di Catanzaro e Crotone hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 19 indagati. Il provvedimento è scaturito da due attività investigative convergenti, sviluppate rispettivamente dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Catanzaro e del Nucleo Investigativo di Crotone. Dunque il Procuratore della Repubblica, Nicola Gratteri, il Procuratore Aggiunto, Vincenzo Capomolla e i Sostituti Procuratori Paolo Sirleo e Domenico Guarascio hanno preso in carico la coordinazione dell’inchiesta. Le indagini hanno riguardato l’operatività della cosca di ‘ndrangheta Grande Aracri di Cutro (KR) nell’area di origine e nel territorio catanzarese. A Catanzaro i coordinatori dell’indagine hanno fatto luce sulle imprese che gli indagati sfruttavano per il reimpiego di capitali della cosca.
Di seguito i carabinieri del comando provinciale di Catanzaro e del comando provinciale di Crotone hanno dunque dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Catanzaro su richiesta della direzione distrettuale antimafia. I 19 indagati sono ritenuti colpevoli di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, tentata estorsione, ricettazione e violenza o minaccia a un pubblico ufficiale. >>Tutte le notizie