Sono giorni di disordine e confusione quelli che ci si appresta a vivere nella scuola a ridosso delle vacanze natalizie: il caos, derivante dalle disposizioni del governo in tema di spostamenti, potrebbe essere ingestibile. La preoccupazione si coglie nelle parole della preside dell’istituto Morvillo di Roma, Valeria Sentili, intervistata da Leggo insieme al segretario generale della Federazione italiana dei medici Medicina generale, Silvestro Scotti.
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Caos scuola oggi, docenti e Ata abbandonano prima della pausa: cosa succederà senza personale?
Per aggirare lo stop agli spostamenti previsto per il 21 dicembre, migliaia di docenti e operatori scolastici anticiperanno il rientro al fine settimana precedente, lasciando di fatto scoperte le scuole nelle giornate del 21 e 22 dicembre. Proprio quarantotto ore prima della pausa natalizia. Un problema non indifferente per le scuole in presenza, dunque elementari e medie, cui il governo non sembra aver pensato.
«Doveva essere prevista una deroga per i docenti – ha sottolineato Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi, nella nota riportata da Leggo – per non far perdere lezioni agli studenti e per consentire al personale scolastico di tornare in famiglia». E invece no: si prospettano piuttosto due giorni in cui i dirigenti scolastici vedranno saltare le lezioni in classe senza poter contare nemmeno sulla vigilanza e il servizio di pulizia dei collaboratori scolastici. La massiccia presenza di fuori sede negli istituti di Lombardia e Veneto, ma anche Emilia Romagna, Toscana e Lazio, fa temere il rientro anticipato per la pausa natalizia.
Caos scuola oggi: «Un grande punto interrogativo»
Interrogata da Leggo su cosa possa accadere il 21 dicembre, la preside dell’istituto Morvillo, non ha risposte: «È un grande punto interrogativo. – dice – Ho ricevuto alcune richieste per vari congedi ma certo non posso accettarle. Non ho ancora i docenti necessari in cattedra, non posso certo sperare di avere poi i supplenti. E così temo che il 21 arriveranno nelle scuole molte telefonate per malattia. A Roma ci sono migliaia di docenti e ata fuori sede, avremo enormi problemi».
«Il Dpcm, – prosegue il dirigente scolastico dell’istituto romano – con lo stop agli spostamenti, ci ha messo in difficoltà: potevamo chiudere le scuole il venerdì prima, visto che le scuole in presenza ad oggi non hanno ancora perso giornate: avremmo potuto rinunciare a due giorni di lezione. Visto che non li faremo comunque». E alla domanda su un’eventuale uscita anticipata degli alunni, chiosa: «Abbiamo l’orario ridotto dal 14 settembre, mi vergognerei a dire agli studenti che facciamo la giornata corta per Natale: le famiglie vanno rispettate».
Certificati ‘facili’ e presa in giro
Sulla gestione dei certificati medici ‘facili’ è, invece, il segretario generale della Federazione italiana dei medici a fornire qualche risposta: “chiarendo che si tratta di un reato” sia da parte del paziente che da parte del medico, sottolinea come alla fine ci sia “sempre la presa in giro all’italiana”. «I medici – precisa il dottor Scotti – sono tenuti alla certificazione medica nelle prime 24 ore dalla segnalazione del paziente: ma come si fa a individuare la diagnosi certa? Va fatto con la constatazione del paziente, ma oggi esistono anche le limitazioni di contatto. Insomma, il furbetto è dietro l’angolo».
«Se il paziente dice di essere a rischio Covid, – spiega dunque – il medico lo segnala al dipartimento di prevenzione e parte il tracciamento nominativo. Quindi deve stare in quarantena. Se invece segnala un altro disturbo deve aspettarsi la visita di controllo dall’Inps». Quanto all’esodo al Sud, avverte: «Non so se ci sarà. Ma dopo il passaggio dalla zona rossa alla arancione, in 2 giorni ho dovuto segnalare 5 nuovi casi. Restate a casa». >> Italia zona rossa o arancione a Natale, l’ipotesi del governo