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Casapound, Rossi e Smeriglio: “Reati vanno puniti, ma non basta a combattere il razzismo”

06/06/2020 11:22 - Aggiornamento 06/06/2020 11:37

Casapound. In una lunga intervista a Repubblica Filippo Rossi, giornalista ed intellettuale di destra fondatore della Buona Destra e Massimiliano Smeriglio, storico militante della sinistra romana ed oggi europarlamentare Pd, si sono confrontati sull’atteggiamento da tenere nei confronti di Casapound. Il movimento di estrema destra, razzista e spesso violento nelle sue manifestazioni, è al centro del dibattito politico nella capitale per via del sequestro della sua sede (occupata abusivamente) avvenuto due giorni fa.

casapound

Casapound, sgombero sede: “Sequestro dovuto”

Che fare di CasaPound? Che problemi pone alla democrazia un’organizzazione politica che si richiama al fascismo “del terzo millennio” e che per i magistrati inquirenti “istiga all’odio razziale?”. Questa la domanda posta da Concetto Vecchio su Repubblica a Rossi e Smeriglio

A proposito dello sfratto di Casapound a Roma Rossi afferma: “E’ uno sgombero dovuto, perché non è più un centro sociale di periferia, ma la sede nazionale di un partito che si presenta alle elezioni. Ciò detto, io sono per dialogare con i centri sociali sia di destra che di sinistra, perché rappresentano una camera di compensazione del disagio giovanile. Ne so qualcosa. Avevo quasi 14 anni quando volevo militare a destra, ma nel mio quartiere, la Balduina, la sede del Msi era stata chiusa dopo l’omicidio di Walter Rossi. E così entrai, per sei mesi, in Terza Posizione, una formazione estremista. Se si chiude una casa, non si sa poi dove si entra”.

Sulla stessa linea anche Smeriglio: “La magistratura fa bene a intervenire se ravvisa dei reati, specie di odio razziale. Ma allo stesso tempo penso che i fascisti vanno battuti nelle pieghe della società, laddove propagano razzismo e omofobia. Vanno fermati nei quartieri di periferia e non solo in termini repressivi”.

filippo rossi su casapound

Ma si può concedere “agibilità politica” ad una forza politica che propugna il fascismo del terzo millennio?

Fino a che punto può essere concessa l’agibilità politica a una formazione che si richiama “al fascismo del terzo millennio”? E’ questa la domanda centrale (e più difficile) posta da Repubblica ai due esponenti politici romani.

“E’ una domanda difficilissima – afferma Rossi -Se ci sono dei reati, come quelli che incitano all’odio razziale, questi vanno perseguiti. Ma ci penserei mille volte, per opportunità politica, a sciogliere un movimento perché razzista. Il fatto che ci sia una sede, consente un controllo, delle autorità, delle forze di polizia. La Digos sa dove trovarli. Negli abissi della società sono più pericolosi che in una casa occupata”.

Smeriglio: “Se ci sono dei reati contro la persona bisogna intervenire. La Costituzione vieta ogni forma di ricostituzione del partito fascista. Abbiamo anche norme ordinarie specifiche, come la legge Mancino. Ma essendo sempre stato antifascista e garantista faccio fatica a sostituirmi ai pm. Mi occupo di altro. E mi batto affinché i ragazzi delle periferie non finiscano preda delle idee violente e razziste espresse dalla destra estrema”.

massimiliano smeriglio su casapound

Casapound, da “centro sociale” a partito di estrema destra

Poi Rossi e Smeriglio cercano di spiegare cos’è oggi, secondo loro, Casapound. Rossi la definisce, non a caso, come una sorta di Mr. Hyde, per anni nascosto nei panni di un Jekill di destra, talvolta “buono”, talaltra marcatamente aggressivo.

Casapound “è nato come centro sociale –  afferma Rossi – Io stesso vi presentai il mio libro, Fascisti immaginari, nel 2003. Dopo di me ci andarono tanti altri, Mughini, Mentana, Tremonti, l’ex br Morucci. CasaPound fece un lavoro di entrismo, per fare entrare il loro mondo nel dibattito culturale. Quella vena mi pare si sia esaurita da un pezzo. Ora sono un partito di estrema destra a tutto tondo. E devo dire che non trovo molta differenza con Fratelli d’Italia e la Lega: l’armamentario ideologico è lo stesso”.

Per Smeriglio Casapound “è un movimento che tenta di mettere la propria bandierina su pulsioni razziste, sovraniste, omofobe. E sono in evidente crisi di identità. Sono stati loro a sdoganare la parola sovranità, che poi Salvini ha fatto sua, salvo poi scaricarli alla prima curva”.

casapound

La crisi economica li renderà più forti?

Infine una domanda sul futuro. La crisi economica, come già accaduto in passato, renderà più forti gli estremismi (destra inclusa) e quindi anche Casapound. Secondo Rossi no e la spiegazione è molto semplice. “Non cresceranno fintanto che partiti come Lega e Fdi porteranno avanti le stesse istanze, consentendo ai due partiti di non definirsi di estrema destra, perché tanto sulla scena c’è qualcuno che è più estremista di loro”, spiega il fondatore della Buona Destra.

Per Smeriglio quelli di Casapound proveranno invece “a risalire la china, a riconquistare terreno, ma penso anche io che i temi messi in campo da CasaPound sono da tempo patrimonio di due partiti presenti in Parlamento che i sondaggi accreditano al 24 e al 14 per cento, e questo è francamente più preoccupante dei finti gilet arancioni”. >> Tutte le notizie di politica italiana