20 giugno 2021 – Il fratello di Saman Abbas avrebbe rivelato ai Carabinieri dove è sepolto il corpo della sorella. Cambia quindi la versione del fratello minore di Saman, che fino a due giorni fa aveva affermato di non sapere dove gli uomini della sua famiglia avessero nascosto il corpo della ragazza.
Omicidio di Saman Abbas
A uccidere Saman Abbas, ha raccontato il sedicenne, sarebbe stato lo zio Danish Hasnain, 31 anni, fratello più giovane del padre Shabbar Abbas, 45 anni, che con la madre Nazia Shaheen, 48 anni, è fuggito in Pakistan. Secondo il ragazzo l’omicidio sarebbe avvenuto per soffocamento. Secondo le indagini, gli assassini di Saman sarebbero cinque, immortalati in un video con delle pale dietro la casa di Novellara, dove potrebbe trovarsi il cadavere della ragazza. I cinque uomini sono latitanti ad eccezione di Ikram Ijaz, 28enne cugino di Saman, fermato in Francia. Ikram si trova attualmente in custodia cautelare nel carcere di Reggio.
Rivelato il luogo della sepoltura
Ora il ragazzo avrebbe dato indicazioni ai Carabinieri sul luogo dove gli assassini potrebbero aver occultato il corpo della vittima. Per questo motivo i Carabinieri hanno annunciato un’intensificazione delle ricerche del corpo della ragazza. Durante la prossima settimana continueranno nell’area circostante l’azienda agricola della famiglia Bartoli, per la quale lavoravano gli Abbas e nella quale vivevano occupando un casolare insieme ai figli. In particolare le ricerche proseguiranno con le perforazioni e i carotaggi di tutte le serre ad oggi non ancora esplorate che, sulla base delle evidenze raccolte, potrebbero essere state utilizzate come luogo per occultare il cadavere della ragazza.
Il fratello minore di Saman Abbas
La polizia di stato aveva bloccato il fratello di Saman il 9 maggio a Ventimiglia insieme allo zio Hasnain. I due stavano per lasciare l’Italia. Il 33enne aveva un permesso di soggiorno ed era stato lasciato libero. Il ragazzo invece non aveva documenti e la polizia lo ha condotto in una comunità per minori di Imperia. La dirigente comunale dei servizi sociali di Imperia Sonia Grassi ha parlato del comportamento del ragazzo nella comunità.
“Si è comportato in modo disciplinato e attento alle regole, ma è apparso molto spaventato a causa della situazione che viveva, assai più grande di lui. È stato seguito da un’assistente sociale e dallo psicologo: abbiamo garantito assistenza fino a quando, il 12 maggio, siamo stati contattati dai carabinieri di Novellara – ha affermato – poi lui è stato affidato a un’altra comunità. Abbiamo cercato di dargli la massima serenità possibile. Per noi è stata un’esperienza importante sul piano umano e professionale”.
Il tentativo di fuga
Sonia Grassi ha anche confermato che il ragazzo non aveva mai tentato la fuga. Cosa poi che invece è successa due settimane fa. Il 16enne però era stato subito rintracciato. Il responsabile della cooperativa che gestisce la comunità ligure, Alessandro Giullia, ha raccontato che la comunità ha fatto di tutto per aiutare il ragazzo e farlo sentire sereno. “Solo dopo alcuni giorni abbiamo saputo dai carabinieri della vicenda che lo riguardava – ha spiegato Giullia – loro ci hanno chiesto di presidiarlo e così l’intera notte prima di affidarlo a loro i nostri operatori l’hanno trascorsa vegliando su di lui”. >> Tutte le notizie di UrbanPost