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Cessione del quinto e prestito con delega: cosa sono e come funzionano

20/09/2022 14:45 - Aggiornamento 23/09/2022 14:48

Sono molti i metodi per affrontare imprevisti e spese non programmate: fra le alternative potrebbe esserci un prestito. Qui di seguito vengono descritti alcuni tipi di prestito e i vantaggi che ne derivano

Per ottenere liquidità in poco tempo molte persone scelgono di richiedere un prestito che – fra le varie opzioni – potrebbe essere presa in considerazione. Dipendenti con contratto a tempo indeterminato, nonché i pensionati, hanno la possibilità di accedere ad una forma di prestito chiamata “cessione del quinto”. In aggiunta, gli stessi possono richiedere anche il prestito con delega, o anche denominato “doppio quinto”. Tali forme di finanziamento possono essere ricercate anche online tramite siti comparatori di prestiti come BetterCompared.com.

Cos’è la cessione del quinto?

La cessione del quinto consiste nell’impiego di un quinto del proprio stipendio o pensione al fine di ripagare il prestito ottenuto tramite istituto di credito o finanziaria. I soggetti richiedenti con età compresa dai 18 ai 65 anni possono quindi ottenere un prestito personale a tasso fisso, impiegando non più del 20% dello stipendio o pensione che possiedono. In genere richiedere un finanziamento con cessione del quinto è molto più facile: non ci saranno grossi problemi per l’approvazione della pratica. È però importante sapere che i dipendenti privati possono richiederla solo se la loro azienda impiega più di 16 lavoratori.

Cos’è il prestito con delega?

Dopo aver descritto la cessione del quinto, è ora di trattare un’altra forma di prestito personale. Il prestito con delega, meglio conosciuto come doppio quinto, può essere richiesto dalla stessa platea prima menzionata. Tale forma di finanziamento consiste nell’impiego di un secondo quinto al fine di ottenere liquidità aggiuntiva nonostante sia stato già impiegato un quinto del proprio stipendio o pensione. 

Di conseguenza, è possibile utilizzare il 40% delle proprie risorse economiche al fine di richiedere del credito extra. In certi casi, sebbene dipenda dall’istituto di credito o finanziaria di riferimento, è possibile impiegare anche qualche percentile in più legato ugualmente alla fonte di reddito percepita mensilmente. 

Approfondimento sui tassi d’interesse

Le forme di prestito personale appena trattate presentano, nella quasi totalità dei casi, un tasso d’interesse denominato fisso. Quando un tasso d’interesse è fisso, la percentuale applicata dalla finanziaria o istituto di credito al prestito erogato non muta in alcun caso, a prescindere dalle variazioni economiche e finanziarie quotidiane. 

Un tasso d’interesse è chiamato variabile quando invece non rispetta la condizione precedentemente descritta ed il suo valore potrebbe oscillare, e quindi dipendere da fattori esterni al contratto finanziario stipulato con la finanziaria o istituto di credito di riferimento. 

Dopo aver compreso quindi che il tasso d’interesse equivale ad una percentuale, è giusto comprendere come viene stabilito il valore da assegnare alla percentuale d’interesse imposta sui prestiti. 

TAN e TAEG sono due acronimi che stanno rispettivamente per tasso annuale netto e tasso annuale effettivo globale. Questi parametri indicano, tenendo conto di variabili appartenenti al mondo della finanza, qual è il tasso d’interesse da attribuire alle forme di finanziamento erogabili. 

Va detto, inoltre, che il TAEG risulti essere maggiormente indicativo del TAN in quanto tiene conto di più fattori come spese accessori, bolli o assicurazioni.