Sanità in Calabria. Tema infuocato non solo per l’emergenza Covid, ma per la nomina del commissario su cui il governo Conte è inciampato più volte. La sanità calabrese versa in uno stato di caotica inefficienza da molti anni. E i conti non tornano, non solo per i posti in terapia intensiva. Parliamo dei conti economici. E chi meglio di un ex finanziere già nel pool di investigatori di “Mani Pulite” per rimetterli in ordine? (segue dopo la foto)
Federico D’Andrea: da “Mani Pulite” ai conti disastrati della sanità in Calabria?
Parliamo di Federico D’Andrea, ex investigatore del pool di magistrati della Procura di Milano che avviò la stagione di Tangentopoli. D’Andrea era un effettivo della Guardia di Finanza ed esperto di bilanci. Dopo aver lasciato le Fiamme Gialle, si è occupato sempre di “conti”, nei consigli di amministrazione di diverse aziende. Secondo un retroscena pubblicato dal Corriere della Calabria, Federico D’Andrea, che peraltro è di origini calabresi (è nativo di Cerchiara di Calabria, Cosenza), sarebbe il nome che circola in queste ore nelle stanze di Palazzo Chigi per la nomina a commissario della Sanità in Regione Calabria.
Solo rumors di palazzo? Non si direbbe data l’insistenza che si fa sul suo nome. Certo, come sottolineano i colleghi del quotidiano online calabrese, l’incarico che lo aspetta è di quelli da far tremare i polsi anche ad un mastino come lui, uno abituato a rivoltare i bilanci come calzini. Il Corriere della Calabria, sottolinea in un pezzo non firmato come la ricostruzione dei conti della sanità calabrese vuol dire “prima di tutto rintracciare le fatture, scoprire perché in molti casi sono state pagate due volte e capire perché molte son state lasciate ad ammuffire negli uffici per anni”.
Chi è Federico D’Andrea, il possibile nuovo commissario alla sanità in Calabria
Federico D’Andrea, originario di Cerchiara di Calabria (Cosenza), è stato per anni un effettivo della Guardia di Finanza. Come esperto di bilanci, ha lavorato a Milano nel pool di investigatori di “Mani Pulite”, al tempo dello scandalo di Tangentopoli. Anche dopo aver lasciato la Finanza, D’Andrea è rimasto a Milano e si è sempre occupato di bilanci d’azienda. Ha collaborato con la giunta di Beppe Sala contribuendo al rilanciato della municipalizzata dei servizi ambientali, l’Amsa, un autentico colosso. Come consigliere d’amministrazione ha fatto parte del Cda di A2A, l’ex azienda energetica milanese. Ha inoltre esperienza come membro degli organismi di vigilanza di alcune banche e di quello della Fondazione Fiera Internazionale di Milano. In ultimo, ha una carta che lo rende il candidato ideale per il ruolo di commissario in Calabria: non “appartiene” ad alcun schieramento politico. >> I retroscena di politica