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Congedo parentale Covid: come funziona, chi può chiederlo e come fare domanda

14/05/2020 09:14 - Aggiornamento 14/05/2020 09:18

Indispensabile per alcune famiglie, il congedo parentale è una delle misure confermate dal Decreto Rilancio a sostegno dei nuclei in difficoltà per l’emergenza sanitaria dettata dal Covid. Con l’ultimo Dpcm viene dunque prorogata la possibilità di ottenere il congedo parentale straordinario (o Covid-19) sia per la mamma che per il papà.

Congedo parentale Covid: durata fino a 30 giorni

Nella proroga stabilita dal Decreto Rilancio per il congedo parentale la novità è costituita dalla durata che si protrae adesso fino a 30 giorni. Può essere richiesto anche se si è già fruito della misura nel periodo precedente. «In pratica, – spiega a Donna Moderna l’esperto di congedi parentali e ammortizzatori sociali Giuseppe Colletti del patronato INCA-CGIL nazionale – la possibilità di godere dei 15 giorni previsti fino al 3 maggio viene meno e adesso ne sono messi a disposizione 30 nuovi per tutti. Alla fine del periodo qualcuno potrà aver fruito di 45 giorni complessivi e qualcun altro di 30». I giorni di congedo possono arrivare fino al 31 luglio.

congedo parentale covid

Chi può richiederlo e chi invece è escluso dalla misura

Il congedo parentale Covid può essere richiesto da entrambi i genitori, purché madri o padri di figli minori di 12 anni; il limite di età si annulla nel caso di figli disabili. Anche i lavoratori in smart working o che abbiano già usufruito del periodo massimo di congedo parentale ordinario possono fare domanda. La misura comprende lavoratori privati e iscritti alla Gestione Separata, lavoratori autonomi iscritti all’Inps cui non è riconosciuta la tutela del congedo parentale e lavoratrici autonome iscritte all’Inps che abbiano già raggiunto il limite del normale congedo parentale, ovvero 3 mesi per i figli minori di 1 anno. Ne hanno diritto anche i genitori affidatari.

Esclusi, invece, coloro che percepiscono sussidio di disoccupazione o altre misure economiche di sostegno, sia in prima persona che tramite l’altro genitore; così come coloro che usufruiscono del bonus baby sitter. Per chi, infine, è in cassa integrazione la situazione è differente: «Chi è a zero ore, – spiega l’esperto – dunque non va a lavorare, non può chiedere il congedo parentale, chi invece ha una cassa integrazione legata a una riduzione di orario (dunque va a lavorare solo in alcuni giorni) può fruire dell’indennità, relativamente ai giorni lavorativi».

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A quanto ammonta la retribuzione e come fare domanda

L’ammontare del congedo parentale straordinario – a differenza dell’ordinario che comporta uno stipendio ridotto al 30% – prevede una retribuzione del 50%. L’indennità si calcola facendo riferimento alla retribuzione media globale giornaliera del periodo di paga più recente e immediatamente precedente a quello del congedo. Per i lavoratori autonomi, invece, il calcolo parte dalla retribuzione media giornaliera – valutata in 1/365 del reddito annuale – moltiplicata per il numero di giorni di congedo. La domanda per il congedo parentale Covid va presentata per via telematica all’Inps, tramite il sito o rivolgendosi al Contact Center 803.164 (gratuito dai fissi) o 06/164.164 (da mobile). Si può infine fare domanda rivolgendosi ai patronati.

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Congedo a “retribuzione zero”

Il congedo parentale può essere, infine, richiesto – ma a “retribuzione zero” – dai genitori di figli di età compresa tra i 12 e i 16 anni. Per essi è prevista la possibilità di stare a casa fino a 15 o 30 giorni, a seconda che si sia già parzialmente goduto del congedo, e il periodo di assenza dal lavoro non sarà calcolato come ferie. Il congedo verrà comunque conteggiato ai fini pensionistici. Il congedo Covid è poi compatibile nel caso in cui un coniuge fruisca di malattia, maternità obbligatoria, ferie, aspettativa non retribuita, lavoro agile, part-time e chiusura di attività commerciali causate dell’emergenza sanitaria. >> Decreto Rilancio approvato: manovra da 55 miliardi, le misure per imprese e famiglie

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