Conte discorso agli italiani. Ieri sera poco prima di mezzanotte il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha parlato agli italiani annunciando una nuova stretta per gestire l’emergenza Coronavirus. Un nuovo decreto, di cui però al momento non c’è traccia. Vogliamo farvi riflettere su due questioni. Era davvero necessaria questa enfasi su un provvedimento (che ancora non c’è…) e che non contiene molto di più di quanto già deciso dei precedenti? Perché Conte ha scelto Facebook per comunicare con noto “grave” le nuove decisioni? Perché questa comunicazione emozionale, questa ulteriore drammatizzazione in un momento già difficile?
Conte discorso agli italiani: perché ha scelto una diretta Facebook
Giuseppe Conte ha scelto di parlare agli italiani attraverso Facebook. Non è certo la prima volta che lo fa, ma in questo momento la decisione di utilizzare il social piuttosto che le reti televisive pubbliche, di cui il governo dispone senza limiti in caso di emergenza, non può passare inosservata. Soprattutto se si analizzano i numeri del social più utilizzato al mondo. Con il discorso su Facebook di ieri sera, la pagina del presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha guadagnato centinaia di migliaia di mi piace in poche ore. I numeri sono forniti da Politicasufacebook.it un sito che segue le “prestazioni” dei politici italiani sul social più grande. “A Conte non interessa niente del Paese, gli interessa soltanto aumentare i suoi like su Facebook”, è il commento di un esperto di comunicazione politica interpellato da UrbanPost.
Ma la scelta di utilizzare Facebook invece della tv pubblica per comunicare decisioni così importanti per il paese è legale? Non c’è nella nostra Costituzione e nemmeno nella legge ordinaria, una norma che dica esplicitamente che per questo tipo di comunicazioni il governo sia tenuto ad utilizzare la tv pubblica. I discorsi a reti unificate sono tuttavia una consuetudine del nostro paese, mai “spezzata” finora. Che Conte abbia appreso bene la “lezione social” dai suoi mentori è chiaro da tempo.
La strategia di comunicazione e le ambizioni del premier
Il “signor nessuno” messo sullo scranno di Palazzo Chigi dal Movimento 5 Stelle ha guadagnato popolarità soprattutto grazie a Facebook. Se non siete convinti nemmeno dai numeri che vi abbiamo mostrato prima, potete verificare voi stessi la sua pagina Facebook. Ad ulteriore conferma, potete consultare i sondaggi sulla popolarità dei leader politici. Conte è l’unico in forte ascesa nell’ultima settimana.
Quali sono le reali ambizioni del premier? Torniamo all’opinione “forte” del massmediologo che ci ha aiutati per realizzare questo articolo. Davvero Conte pensa soprattutto alla sua visibilità e reputazione politica? Nei fatti e nei numeri abbiamo già la risposta. Di più, se consideriamo che a capo della comunicazione del premier siede tale Rocco Casalino, figlio della “premiata ditta” di comunicazione politica Casaleggio e associati, è impossibile far finta di niente. La strategia è chiaramente studiata a tavolino e sposa perfettamente le ambizioni del premier. “E che c’è di male?”, dice qualcuno. “Conte è un politico e in quanto tale, prima di tutto, pensa alla sua reputazione”. Già, la reputazione.
L’emergenza esagerata nei toni da Conte giova soprattutto a lui
Certo, lo sappiamo. Peccato che il “signor Giuseppe Conte” non sia un cittadino qualsiasi. E’ il presidente del Consiglio. Raggiungere tutti i cittadini italiani con i suoi messaggi, specie se riguardano provvedimenti d’emergenza e che limitano la libertà personale. Voi credete che gli ultrasessantacinquenni, il 22,8% della popolazione italiana, abbiano seguito la diretta Facebook del premier di ieri sera? Chi era sveglio era in gran parte sintonizzato sulla tv, sulle reti Rai e Mediaset (basta consultare i dati di share Auditel). Se avesse parlato a reti unificate, Rai prima di tutto, avrebbe raggiunto come minimo 30 milioni di italiani. Ma sulla tv di stato non avrebbe potuto “drammatizzare” come su Facebook. Il punto è proprio questo: nella sostanza il messaggio del premier contiene poco; invece, il suo impatto emotivo era evidente. Perché questa drammatizzazione in un momento già complicato, alle 23 di un sabato sera?
Siamo una democrazia, il Parlamento è centrale, una maggioranza di eletti esprime il governo. Peccato che in questo momento il Parlamento sia assente, demandando nelle mani del governo la gestione dell’emergenza che viviamo. E che nel posto più importante sieda un uomo ambizioso, forse anche mosso da spirito patriottico, ma sicuramente molto interessato al suo domani politico. Peccato che non si accorga, e con lui molti altri in Italia oggi, che senza verità e trasparenza non esiste più un domani. Nel decreto (solo annunciato, ricordiamo) non si dice nulla nulla si dice di cosa e di come i cittadini segregati in casa dovrebbero vivere. Anche e soprattutto le 6 milioni di partite iva senza più reddito. Forse ci troviamo di fronte ad un fatto ancor più grave. Perché questa emergenza esagerata nei toni da Conte giova soprattutto a lui. “Cui prodest”, appunto. >> I retroscena di politica italiana