Mercoledì 5 febbraio 2020. Sono oltre 24mila i contagi per il Coronavirus, soltanto quasi 4000 nelle ultime 24 ore. Un dato positivo però c’è: la quota dei pazienti guariti sale a 898. I nuovi decessi sono 67 e sono avvenuti tutti nella città focolaio, Wuhan, l’esteso capoluogo della provincia di Hubei, nella Cina Centrale. E sono più o meno 600 gli italiani bloccati nel paese, barricati casa o chiusi in albergo per timore di essere infettati: «Aiutateci, non riusciamo ad andarcene».
Coronavirus 67 nuovi morti, italiani bloccati in Cina: «Aiutateci, non riusciamo ad andarcene»
Sono salite a 490 le vittime del contagio da Coronavirus 2019-nCoV. Questo il nuovo drammatico bilancio fornito dalle autorità sanitarie locali sul contagio in Cina. Nella giornata di martedì sono stati 67 i decessi dovuti alla malattia a Wuhan, la città dove tutto ha avuto inizio, e nei dintorni. 3.156 i casi di contagio accertati che vanno ad aggiungersi agli oltre 24mila complessivi. L’Oms, Organizzazione Mondiale della Sanità, però ha voluto rassicurare: «Mentre il 99 percento dei casi si trova in Cina, nel resto del mondo abbiamo solo 176 casi. Ciò non significa che non peggiorerà. Ma di sicuro abbiamo una finestra di opportunità per agire!». Il virus ha toccato finora 25 Paesi. L’area più colpita resta la provincia dell’Hubei, che ha registrato finora 479 morti e 520 guarigioni. 16.678 contagi solo qui sui 24.367 contati a livello nazionale.
16.678 contagi solo nella provincia di Hubei: in totale sono circa 24.367
Continuano le fughe all’estero per timore del morbo. In Giappone almeno dieci passeggeri della nave da crociera in quarantena, su cui viaggiavano 3.711 persone, sono risultati positivi ai test. Stando a Il Messaggero sono seicento gli italiani bloccati in Cina al momento. Si tratta di connazionali che non riescono a trovare un volo o una triangolazione aerea idonea per fare rientro nelle loro città d’origine. Difatti come spiega anche TgCom24 i pochi voli disponibili sono molto costosi e alcuni connazionali non riescono più a lavorare per mettere da parte il denaro necessario. Francia, Germania e Gran Bretagna hanno richiamato i loro cittadini: l’invito delle autorità è quello di muoversi con cautela e di prendere in esame l’ipotesi di lasciare anche solo temporaneamente la Cina.
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