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Ci ripetiamo di continuo che andrà tutto bene, ma ne siamo davvero sicuri?

07/04/2020 11:49 - Aggiornamento 19/02/2024 13:29

L’Italia ai tempi del Coronavirus è fatta anche di migliaia di messaggi, privati e pubblici, tramite social soprattutto, ma anche tramite email. Sono migliaia le lettere ricevute dalle redazioni dei principali quotidiani italiani. Anche noi, nel nostro piccolo, ne abbiamo ricevute diverse decine in pochi giorni. Tra le molte ci ha colpito quella di Maria, una “ragazza di periferia” siciliana, come le stessa si definisce.

Un messaggio che mostra tutta la difficoltà di vivere questo momento, soprattutto per i più giovani che mai hanno sperimentato la limitazione della libertà personale, come in tempo di guerra. Eppure la lettera trasuda di responsabilità e buon senso. E’ un messaggio per “far capire”. Un esempio per tutti coloro che in questo momento, cercando in ogni modo di aggirare le restrizioni, mettono in pericolo sé stessi e gli altri. Non fatelo, altrimenti “non andrà tutto bene”. Vi lasciamo alla lettera di Maria.

«Buongiorno, vorrei condividere con Voi e con chiunque mi leggerà, il mio stato d’animo. Lo stato d’animo di una semplice ragazza di una periferia siciliana, in piena pandemia. Dicono che ho talento nello scrivere. È una cosa che mi viene facile, prendo un foglio e in men che non si dica ci scrivo sopra tutto ciò che penso. Ed ecco qua che mi ritrovo a scrivere questo. 

Ci ripetiamo di continuo che andrà tutto bene. Ma ne siamo davvero sicuri? Guardo la tv, leggo articoli e rimango esterrefatta. Ancora oggi esiste qualcuno che non accetta questa quarantena e che se ne infischia delle regole. Organizzano appuntamenti “clandestini” al supermercato, passeggiando il cane, buttando la spazzatura. Ma perché? Siete le stesse persone che si dicono favorevoli alle misure restrittive di contenimento del virus e poi siete le stesse che ci tradite. Si, perché io da cittadina italiana mi sento tradita. Non è questione di furbizia, perché se voi fate questo non siamo noi che rimaniamo a casa ad essere stupidi.

A queste persone dico grazie. Grazie perché, così, non andrà tutto bene. Non può andar bene. Dov’è il senso civico ed il dovere morale verso se stessi e verso gli altri? Dove, mi chiedo. Anche a noi, sapete, manca la vita di tutti i giorni. Ci manca abbracciare e poter vedere chi amiamo. Tutti quei genitori che non possono vedere i figli e tutti quei figli che non possono vedere i genitori. I nonni che non possono vedere i nipoti ed i nipoti che non possono vedere i propri nonni. I fratelli, gli innamorati, gli amici. Tutti siamo costretti a stare lontano da loro e soffrire. E lo facciamo con silenzio e con intelligenza. Perché quando voi trasgredite le regole e tornate a casa dalle vostre famiglie, avete ucciso silenziosamente la nostra Italia.

Ed in un momento dove deve prevalere la solidarietà, anche stavolta, prevale l’egoismo. Si guarda solo la propria vita. Non il bene comune. Ed è inaccettabile. Perché non potete. Non potete dire di essere italiani se fate questo. Non potete gridare insieme a noi “Andrà tutto bene”. Non potete chiamarvi nostri fratelli. E no, non potete capire come si sta ad avere il cuore a pezzi ripensando a chi vorremmo avere vicino o a cosa vorremmo fare. Guardate il bicchiere mezzo pieno. Reinventate le vistre vite. Pensate a tutto quello che avete sbagliato per non commettere gli stessi errori in futuro. Abbiate cura di quelle cose che nel tempo avete abbandonato.

Riprendete in mano le vostre passioni e colorateci le vostre giornate. Recuperate quel tempo perso con la vostra famiglia per via dei vari impegni lavorativi e non. Chiamate quella persona che non sentite da tempo, fate le cose che avete sempre rimandato, scrivete, leggete. Ricordate di chi, nella storia, era costretto a rimanere a casa per nascondersi perché se ci pensaste vi accorgereste di essere fortunati. Avere il privilegio di vivere in un mondo moderno e dagli orizzonti ben aperti, non giustifica le vostre azioni. Non guardate chi lo fa. Non imitatelo. L’intelligenza non replica l’ignoranza, bensì si distingue per la forza di osservare e di rimanere saldi nella pazienza e nella speranza. Ma anche per altro. Anche nell’avere riconoscenza per chi ci sta proteggendo, curando e aiutando. Il nostro inno inizia con : “Fratelli d’Italia”. Bene. Allora comportiamoci da tali e solo allora potremmo dire, insieme : “Andrà tutto bene”.»

Maria G.