Abbiamo imparato a conoscerlo giorno dopo giorno nel consueto punto stampa della Protezione Civile e oggi Angelo Borrelli è diventato un po’ il punto di riferimento ‘certo’ nel mare di notizie sul coronavirus. Raggiunto da Il Corriere della Sera, il capo del dipartimento ha espresso le sue impressioni con la cautela e la prudenza che ha sempre mostrato. Lasciando le analisi della curva epidemiologica agli scienziati, Borrelli non si sbilancia sul famoso picco ma ammette: «Certamente c’è una frenata dei positivi che necessitano di cure ospedaliere e questo è un dato confortante. Vuol dire che nei prossimi giorni avremo un piccolo margine per consentirci di affrontare un’eventuale recrudescenza della curva».
Coronavirus, Angelo Borrelli: «Senza misure conteremmo un numero di morti decisamente superiore»
«Senza le misure messe in campo dal governo, – precisa il commissario Borrelli – le nostre strutture ospedaliere avrebbero sofferto molto di più e oggi conteremmo un numero di morti decisamente superiore». Un dato di fatto che non può, però, non tenere conto di polemiche e scontri con le Regioni. «L’apertura di nuovi canali di approvvigionamento – dice il capo della Protezione Civile – e la collaborazione con Domenico Arcuri ha permesso di far arrivare in Italia quantitativi importanti di Dispositivi di protezione. Grazie anche al personale della Difesa siamo riusciti a mettere in piedi un’efficiente rete di distribuzione dei materiali, che sta consentendo consegne ancor più tempestive a tutte le Regioni. Non esiste un’emergenza “a criticità zero”, l’importante è essere in grado di rispondere e superare tempestivamente le difficoltà che, mano a mano, si incontrano lungo il percorso».
«Il sud è ancora a rischio, importante non abbassare la guardia»
E a proposito di regioni, è importante – sottolinea Borrelli – non mollare la presa: «Ora la situazione nei territori del nord resta la più drammatica, ma il sud è ancora a rischio. – dice – Nessuno può e deve pensare di poter abbassare la guardia: il virus ha dimostrato di poter attraversare oceani e continenti». “Rispettare le prescrizioni”, precisa il capo del dipartimento, significa anche «agire per il bene comune, oltre che per il proprio». Che è un po’ lo slogan della Protezione Civile. «Il nostro futuro, – prosegue – soprattutto in un momento come questo, non può essere lasciato al rimpallo tra l’indifferenza dei comportamenti individuali e la delega alle Istituzioni».
«Dovremmo essere abili a riavvicinarci all’altro gradualmente»
E ha agito “secondo responsabilità e nella tutela degli altri”, Borrelli, non appena ha notato di avere la febbre. Non ha esitato a tirarsi indietro: «Per questo – ha detto – ho lasciato subito la sede del Dipartimento. Non posso nascondere che sono state ore di preoccupazione, per la famiglia, per i colleghi, si ripensa a tutte le persone con cui si ha avuto a che fare, temi per loro, poi anche per te. Fortunatamente non era nulla di grave, mi sembra anche irrispettoso parlarne, vista la situazione che stiamo vivendo».
Infine, il capo della Protezione Civile si apre ad una riflessione sul futuro: «Temo che ripercorrere quel metro che oggi ci separa sarà molto difficile: con le necessarie pratiche di prevenzione ne abbiamo interiorizzato anche paure e ansie, dovremmo essere abili a riavvicinarci all’altro gradualmente, senza perderne la fiducia, coltivando la tenerezza».
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