Martedì 14 aprile 2020. Coronavirus, Apple e Google uniscono le forze per un nuovo tracciamento del contagio. La strategia dell’attesa, vale a dire restare a casa nella speranza che il Covid-19 passi, non si sta rivelando un’arma vincente. Purtroppo sono ancora tante le persone pronte ad aggirare i divieti imposti dal governo pur di uscire, parimenti l’emergenza economica che comincia a destare non meno preoccupazioni di quella sanitaria. Mentre in Italia i politici, in unione con gli esperti sono al lavoro per valutare come sarà la fase 2, anche i due giganti della Silicon Valley, Apple e Google, si stanno dando un gran da fare, proprio perché hanno intuito prima dei governi occidentali che bisogna imitare le alternative anti contagio delle democrazie orientali.
Coronavirus, Apple e Google uniti per tracciamento contagio: come usciremo dalla quarantena
Su ‘Linkiesta’ Fabio Sabatini, professore Associato di Politica Economica alla Sapienza Università di Roma, ha parlato della nuova idea, che cambierà la nostra normalità, che stanno mettendo a punto Apple e Google. Si tratta di un sistema di tracciamento digitale che allerti gli utenti entrati in contatto con chi ha il Covid-19, raccomandandogli di fare il test, isolarsi e prendere le dovute cautele. Un progetto che se andrà in porto, consentirà di monitorare circa un terzo della popolazione mondiale. Un progetto troppo ambizioso? Lo sviluppo avverrà in due step. Il primo a metà maggio. Apple e Google permetteranno agli iPhone e agli smartphone Android di tutto il mondo di scambiare informazioni anonime attraverso delle app controllate dalle Autorità Sanitarie. Non si tratta di un obbligo, l’app sarà facoltativa, ma ovviamente gli utenti “saranno incentivati a installarla dalla possibilità di avere un canale di comunicazione diretto con le autorità sanitarie, che dovrebbe garantire, o almeno favorire, l’assistenza necessaria. Se un paziente positivo al test condividerà tale informazione con le autorità sanitarie mediante l’app, gli utenti che sono entrati in contatto con lui riceveranno un alert”, scrive il professore di Economia Politica.
Il progetto dei due colossi della Silicon articolato in due step
Il secondo step vedrà, invece, Apple e Google integrare tale app nei rispettivi sistemi operativi. Questo cosa vuol dire? Che non sarà necessario installarla, essa sarà già all’interno dello smartphone. Anche in questo caso, sarà necessario naturalmente il consenso degli utenti. Chiarimenti arrivano anche dal sito ufficiale di Apple: “Nella prima fase, in maggio, le due aziende rilasceranno API per consentire l’interoperabilità fra i dispositivi Android e iOS delle app sviluppate dalle autorità sanitarie. Queste app ufficiali potranno essere scaricate dagli utenti attraverso i rispettivi app store. Nella seconda fase, nei prossimi mesi, Apple e Google lavoreranno per rendere disponibile una più ampia piattaforma di contact tracing basata su Bluetooth, integrando questa funzionalità nei sistemi operativi”.
Ansie per la privacy? Tutto sarà rigorosamente anonimo. Sarà necessario comunque vigilare sulla trasparenza con cui tale sistema sarà applicato. È un’idea che lascia ben sperare, anche perché tali strategie di tracciamento digitale aiuterebbero a ridurre i tempi necessari allo sviluppo di un efficace vaccino. Un modo per tornare alla normalità più rapidamente possibile. Non è un sistema ideale, ma soltanto il primo passo. Come spiega su ‘Linkiesta’ Sabatini “senza un aumento significativo della nostra capacità di testing e l’organizzazione di una rete capillare di assistenza sanitaria e sociale sul territorio, lontano dagli ospedali, il tracciamento digitale dei contatti dei contagiati perderà ogni efficacia”.
«Crediamo che mai come adesso sia importante unire le forze per risolvere uno dei problemi mondiali più urgenti»
Nel mondo finora 1,7 milioni di casi positivi accertati e più di 100.000 vittime. Capirete che la strategia del lockdown, che senza dubbio ha evitato un’ecatombe, non può bastare più. Per questo motivo accanto all’opzione di «chiuderci in casa» ne vanno elaborate altre. Il progetto di Apple e Google è soltanto una delle tante opzioni complementari che danno gas alla cosiddetta fase due, che stiamo rischiando sul serio di far partire troppo tardi. «Tutti noi, in Apple e Google, crediamo che mai come adesso sia importante unire le forze per risolvere uno dei problemi mondiali più urgenti. Lavorando in stretta collaborazione con sviluppatori, governi e operatori della sanità pubblica, contiamo di poter sfruttare la potenza della tecnologia per aiutare i Paesi di tutto il mondo a rallentare la diffusione del virus COVID-19 e accelerare il ritorno alla normalità», ribadisce con forza l’azienda fondata da Steve Jobs nel 1976.