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Coronavirus, Burioni: «Risultati incoraggianti da un farmaco anti malaria»

30/03/2020 09:56

La lotta contro il COVID-19 continua ogni giorno incessantemente. Medici e ricercatori di tutto il mondo sono al lavoro senza sosta, notte e giorno, per trovare una cura che possa trovare una soluzione all’emergenza Coronavirus. Delle buone notizie sono giunte in queste ultime ore dal San Raffaele di Milano. Un farmaco anti malaria, usato da oltre 70 anni, sembrerebbe dare ottimi risultati. Un piccolo passo in avanti che fa ben sperare. L’annuncio è stato fatto dal virologo Roberto Burioni attraverso il suo sito Medical Facts. La scienza, dunque, continua a fare passi da gigante ogni giorno e noi nel nostro piccolo possiamo aiutarla rispettando tutte le regole per contenere il contagio.

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Coronavirus: Farmaco anti malaria

I test effettuati presso il laboratorio di virologia del San Raffaele di Milano su un farmaco contro la malaria, e precisamente il Plaquenil, stanno dando risultati incoraggianti. Burioni, come riportato dal Quotidiano.net, ha dichiarato: «Nel 2005 alcuni ricercatori statunitensi si sono accorti che l’antimalarico aveva in laboratorio una forte attività antivirale contro il coronavirus responsabile della SARS, sparito nel 2004. Siccome l’attività antivirale era diretta contro un virus non più esistente la notizia era passata inosservata. Naturalmente quando è saltato fuori questo nuovo virus, cugino di quello della SARS, molti hanno pensato di utilizzare il Plaquenil per curare questa infezione. L’efficacia di questa terapia non è ancora chiara e non sono neanche chiari i meccanismi attraverso i quali il Plaquenil infastidisce la replicazione virale […]».

Poi Burioni ha aggiunto: «Abbiamo esplorato non una, ma tre possibilità. Nella prima abbiamo aggiunto il Plaquenil dopo l’infezione delle cellule con il virus, simulando la situazione in cui si troverebbe un paziente se il farmaco gli venisse somministrato al momento della diagnosi, quando è già infettato. Poi abbiamo provato ad aggiungerlo solo prima dell’infezione delle cellule, simulando l’uso del Plaquenil in profilassi. E poi abbiamo fatto anche un terzo tentativo: l’abbiamo aggiunto sia prima che dopo l’infezione delle cellule, simulando una somministrazione continuativa del farmaco»

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Una piccola luce alla fine del tunnel?

Infine, il virologo Roberto Burioni ha dichiarato: «Chiaramente questo non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza. I dati che abbiamo ottenuto suggeriscono che una sperimentazione clinica di questo farmaco dovrebbe essere svolta somministrando il farmaco non solo quando il paziente sta già male, ma già prima dell’infezione agli individui che sono a maggior rischio. Non correte a comprare il Plaquenil e non assumetelo di testa vostra mentre l’efficacia non è ancora certa, gli effetti collaterali del farmaco sono comunque possibili. In ogni caso, però, se uno studio clinico riuscisse a confermare che il Plaquenil è utile nel modo in cui questo studio suggerisce, ovvero associando profilassi e terapia, avremmo fatto un passo verso il ridimensionamento di questo virus […]»

Foto di repertorio

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