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Coronavirus, molecola naturale lo inibisce: la scoperta di alcuni studiosi del Cnr

03/09/2020 15:20 - Aggiornamento 03/09/2020 15:30

Coronavirus Cnr, molecola naturale lo uccide – Giovedì 3 settembre 2020. Il Covid ha sconvolto la nostra quotidianità e per quanto ci si sforzi di adottare misure di distanziamento sociale e accorgimenti anti contagio, come la mascherina, sappiamo tutti che l’unico rimedio per combattere la pandemia alla radice sarebbe trovare un vaccino. E l’attenzione di tutto il mondo è proiettata proprio verso la ricerca di un rimedio farmacologico. Un accorgimento capace di debellare la SARS-CoV-2 responsabile della Covid-19. Tuttavia gli studiosi hanno a disposizione altre ‘armi’ per combattere una malattia virale. Il caso più famoso, senza dubbio, come spiega ‘Rai New’ ,è quello del virus HIV, responsabile dell’AIDS. Per tale male la mortalità è oggi azzerata per chi ha accesso alle cure mediche. Un risultato importante raggiunto nonostante la mancanza di un vaccino efficace: come è stato possibile? In che maniera? Presto detto.

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Coronavirus Cnr, molecola naturale lo inibisce: la scoperta di alcuni studiosi

Il merito è da ricercarsi “nello sviluppo di potenti farmaci antivirali che bloccano la proteasi specifica dell’HIV, una proteina fondamentale per la replicazione virale. Alcuni di questi farmaci sono stati testati su SARS-CoV-2, ma non hanno sortito l’effetto sperato”, come si legge su ‘Rai News’. Questo significa che lo sviluppo di farmaci antivirali specifici per il Covid-19 è un’ulteriore strada percorribile. Una via che potrebbe tirarci fuori da un’emergenza sanitaria mai sperimentata prima.

Ed è proprio in questo contesto che si inserisce la nuova scoperta che dimostra che la quercetina, una molecola di origine naturale, funziona da inibitore specifico per SARS-CoV-2. Quest’ultima ha un effetto destabilizzante su 3CLpro, una delle principali proteine del virus, decisiva per il suo sviluppo e il cui blocco dell’attività enzimatica pare letale per SARS-CoV-2. Ad aver portato avanti tale delicata ricerca Bruno Rizzuti dell’Istituto di nanotecnologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Nanotec) di Cosenza con un gruppo di ricercatori di Zaragoza e Madrid. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista “International journal of biological macromolecules”.

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Rizzuti: «Questa molecola è alla pari dei migliori antivirali a disposizione contro il Coronavirus»

“Le simulazioni al calcolatore hanno dimostrato che la quercetina si lega esattamente nel sito attivo della proteina 3CLpro, impedendole di svolgere correttamente la sua funzione”, ha dichiarato Rizzuti. E ancora: “Già al momento questa molecola è alla pari dei migliori antivirali a disposizione contro il coronavirus, nessuno dei quali è tuttavia approvato come farmaco. La quercetina ha una serie di proprietà originali e interessanti dal punto di vista farmacologico. È presente in abbondanza in vegetali comuni come capperi, cipolla rossa e radicchio ed è nota per le sue proprietà anti-ossidanti, anti-infiammatorie, anti-allergiche, anti-proliferative. Sono note anche le sue proprietà farmacocinetiche ed è ottimamente tollerata dall’uomo”.

La quercetina può essere facilmente modificata per sviluppare una molecola di sintesi ancora più potente e dal momento che non può essere brevettata, può essere usata da chiunque come punto di partenza per nuove ricerche.

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Coronavirus Cnr, Abian: «Un risultato importante perché molti gruppi stanno lavorando su 3CLpro come possibile bersaglio farmacologico»

Olga Abian dell’Università di Zaragoza e prima autrice della pubblicazione, ha sottolineato in merito alla 3CLpro, la proteasi principale di SARS-CoV-2: «Questa proteina ha una struttura dimerica, formata da due sub-unità identiche, dotate ciascuna di un sito attivo fondamentale per la sua attività biologica. In una prima fase del lavoro è stata studiata, con varie tecniche sperimentali, la sensibilità a varie condizioni di temperatura e pH. Un risultato importante perché molti gruppi stanno lavorando su 3CLpro come possibile bersaglio farmacologico, in virtù del fatto che è fortemente conservata in tutti i tipi di coronavirus. Per questa proteina sono già segnalate in letteratura molecole che fungono da inibitori, ma non utilizzabili come farmaci a causa dei loro effetti collaterali».

Adrian Velazquez-Campoy dell’Università di Zaragoza, che ha diretto il gruppo di ricerca, ha detto fermo: «Ovviamente contiamo si trovi un vaccino, ma i farmaci saranno comunque necessari per le persone già infette e per chi non può essere sottoposto a vaccinazione. La ricerca di nuove molecole mira quindi a somministrare una combinazione di differenti composti, per minimizzare la resistenza ai farmaci e lo sviluppo di nuovi ceppi virali». Leggi anche l’articolo —> Berlusconi coronavirus, Roberto Maroni: “Mi preoccupa ciò che potrebbe succedere nelle scuole”