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Coronavirus, la virologa Gismondo: «60-70% di italiani sarà positivo, ma non preoccupiamoci»

14/03/2020 12:08 - Aggiornamento 14/03/2020 12:12

«Sappiamo tutti che questo virus è diffuso nella popolazione molto più rispetto a quello che stiamo vedendo. Tra poco il 60-70% della popolazione risulterà  positivo. Ma non dobbiamo preoccuparci. Con l’aumento dei numeri ci renderemo conto che questo virus è meno letale di quanto possiamo pensare adesso», queste le parole di Maria Rita Gismondo, direttrice del laboratorio di microbiologia clinica dell’ospedale Sacco di Milano, in un’intervista rilasciata alla trasmissione “L’’Italia s’è desta”, dell’emittente dell’università Niccolò Cusano, rilanciata dall’Huffington Post.

Coronavirus gismondo

Coronavirus, la virologa Gismondo: «60-70% di italiani sarà positivo, ma non preoccupiamoci»

La virologa ha spiegato: «Questo virus, nella gran parte dei casi, o è silente o ci dà sintomi simil influenzali, nel 90% dei casi. C’è un 10% di persone che ha bisogno di essere ricoverato in ospedale. Borrelli ci ha detto più volte che le fasce più toccate sono anziani con 1 o 4 patologie. Il virus dunque è stato un aggravante. Ad oggi i dati di morte diretta per Coronavirus sono molto scarsi, si parla di qualche unità». La direttrice del laboratorio di microbiologia clinica dell’ospedale Sacco di Milano, intervenuta in trasmissione per far chiarezza sul Covid-19, ha parlato poi dei giovani in terapia intensiva: «La medicina non è mai una scienza esatta, quindi non significa che non ci possano esserci casi di qualche giovane. Dobbiamo però vedere la curva, dobbiamo parlare della maggior parte dei casi. Dobbiamo andare a vedere se ci sono altre malattie. Oggi l’età media dei deceduti è 81-83 anni, i guariti sono quasi il doppio delle persone che vengono ricoverate in terapia intensiva. Io non dico che la situazione sia rosea».

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Con l’aumento dei numeri ci renderemo conto che questo virus è meno letale di quanto possiamo pensare adesso»

Quando finirà? È la domanda che ci poniamo un po’ tutti. Secondo gli esperti un brusco calo dell’epidemia dovrebbe esserci tra un paio di settimane, ma si tratta di un dato da prendere con le dovute cautele. «Non possiamo però pensare che tra due settimane il virus sia scomparso, ci accompagnerà ancora per qualche mese, ma una cosa è avere 30 ricoverati in terapia intensiva, altra cosa è averne 3.000», ha chiarito la dottoressa Maria Rita Gismondo, che ha detto la sua anche sull’ipotesi del caldo visto come nemico del Covid-19: «È vero che quando andiamo verso il caldo i virus respiratori calano nella loro presenza, ma questo è dovuto soprattutto alle nostre abitudini perché durante l’inverno ci accalchiamo nei locali ed è molto più facile stare più vicini. L’estate stiamo più all’aperto e questo ci aiuta ad essere meno esposti ai virus».

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