Coronavirus in Emilia Romagna. «Stiamo affrontando un’emergenza che ha colpito l’Emilia Romagna quasi al pari del Veneto e meno della Lombardia, però siamo una delle tre regioni più colpite». Il presidente della regione Stefano Bonaccini parla dell’emergenza coronavirus in Emilia Romagna, mentre è appena arrivato a Piacenza, città tra le più colpite dall’epidemia. «Ieri sera – dice Bonaccini – erano 335 casi, dei quali la gran parte nel piacentino e in parte nel parmense».
Coronavirus in Emilia Romagna: «Lo choc è forte, l’economia si è quasi fermata»
A Piacenza Bonaccini sta per incontrare il presidente della provincia, il prefetto e il sindaco e in video conferenza tutti gli altri sindaci del territorio dove si registrano ben 212 casi di contagio. «E’ necessario anche stare molto vicini ai territori: il sistema sanitario sta funzionando benissimo, voglio ringraziare tutti gli operatori sanitari che stanno facendo un lavoro enorme ed encomiabile», ha detto il presidente della regione. Piacenza è proprio divisa da un ponte dalla Lombardia meridionale quindi è vicinissima alla zona rossa dei dieci comuni del lodigiano dove è originata l’epidemia. «Abbiamo 16 casi in terapia intensiva – ha aggiunto Bonaccini – E’ evidente che lo choc è forte, l’economia si è quasi fermata: noi siamo insieme a Veneto e Lombardia tre regioni che da sole producono quasi la metà dell’interno prodotto interno lordo italiano».
«Serve una risposta economica forte»
Bonaccini ha affrontato anche il tema della recessione che incombe per via dello stop forzato di molti settori economici. In riviera Romagnola in particolare l’allarme è fortissimo: gli operatori turistici denunciano un calo di oltre il 60% delle prenotazioni. Stamattina a Rimini le guide turistiche hanno organizzato un flash mob per denunciare la gravità della situazione. «L’Emilia Romagna – ha detto il presidente della regione – negli ultimi 5 anni è la regione che è cresciuta più di tutte le altre, prima nell’export e prima per tasso di attività. Quindi ci sarà bisogno affianco dell’emergenza sanitaria, che va affrontata per prima, una risposta economica forte, servono misure forti come ho chiesto in questi giorni e come chiederemo domani insieme ad una delegazione di presidenti di regione, al presidente del Consiglio che ha convocato sindacati, forze economiche e regioni a palazzo Chigi per affrontare la fase 2 dopo il primo decreto». >> Tutte le notizie sul Coronavirus