Il Coronavirus cinese si è manifestato concretamente anche in Italia: sono due, al momento, i casi accertati di contagio. Si tratta di due turisti cinesi in visita a Roma per i quali, nella serata di mercoledì 29 gennaio, era scattato l’allarme in un hotel del centro della capitale. Arrivati in città da Milano qualche giorno fa, i due viaggiavano su un autobus con una comitiva di una cinquantina di connazionali. Scortati ieri, giovedì 30 gennaio, all’ospedale Spallanzani, i turisti si trovano tutti al centro nazionale di malattie infettive di Roma. La chiamata per sospetto caso di coronavirus era giunta dal Grand Hotel Palatino di via Cavour, dove la coppia alloggiava. Dalla struttura fanno sapere che la camera occupata dai turisti cinesi è stata sigillata dalla polizia, mentre sono in corso accertamenti e verifiche per tracciare tutti i contatti tra la coppia malata e altre persone.
Coronavirus Italia, il premier conferma i due casi a Roma
Ad ufficializzare la presenza dei due casi di coronavirus in Italia il premier Giuseppe Conte insieme al ministro della Salute Roberto Speranza. L’annuncio avvenuto nella serata di ieri, ha esortato a non generare allarmismi e a fidarsi delle autorità competenti. «Per superare il rischio di panico e allarme – ha affermato il presidente del Consiglio – non c’è altro che fidarsi delle autorità competenti. Posso assicurarvi che in questo momento siamo in Italia nella linea di massimo rigore in funzione preventiva. Siamo nella condizione di poter tranquillizzare tutti i cittadini. La situazione è assolutamente sotto controllo. Ma non significa che ci stiamo appagando nelle prime misure». E mentre è stato bloccato il traffico aereo da e per la Cina, il ministro della Salute conferma: «Nonostante i due casi accertati di contagio da coronavirus la situazione al momento è sotto controllo».
Anche dallo Spallanzani giungono notizie rassicuranti: «L’Asr ha messo in atto il programma per identificare possibili contatti, – ha affermato Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’istituto romano, in conferenza stampa a Palazzo Chigi – le persone verranno tracciate ma al momento non sembra che ci siano rischi di popolazione. L’autorità sanitaria regionale sta tracciando tutti i contatti, i movimenti di queste persone, per puro principio di precauzione. Il ministero insieme alla regione faranno un bollettino sanitario».
Due casi sospetti in Calabria e in Veneto
Ai turisti cinesi in isolamento a Roma si aggiungono due casi sospetti di coronavirus in Calabria e in Veneto. Il primo riguarda una donna di 36 anni di ritorno dalla Cina: dopo aver fatto tappa a Vienna e a Roma, la donna è atterrata a Lamezia, salvo poi raggiungere i familiari a Taurianova, nel Reggino. È qui che ha avvisato i primi sintomi di febbre e tosse, passando per diversi nosocomi prima di giungere al Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria dove si attendono i risultati dei test da coronavirus dei campioni inviati nella capitale. Qualora risultasse positiva sarebbe trasferita all’Istituto Spallanzani di Roma.
Il secondo caso riguarda invece uno studente del trevigiano. Dopo essere rientrato da un viaggio in Cina con la madre, il minorenne ha iniziato ad accusare sintomi influenzali e febbre. È stata la permanenza nelle zone focolaio del virus a spingere il pediatra del ragazzo a mandarlo all’ospedale di Treviso. Senza essere ricoverato, il giovane è stato dimesso con l’obbligo di restare ‘blindato’ in casa, evitando il più possibile i contatti anche con i familiari. Anche i campioni del ragazzo sono stati inviati a Roma per le analisi del caso.
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