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Cartabellotta: «La curva dei contagi rallenta. Omicron sottostimata, presto per far previsioni»

18/01/2022 10:22 - Aggiornamento 18/01/2022 10:24

Coronavirus Italia discesa curva“Omicron è stata sottostimata ed è ancora presto per fare previsioni sull’evolversi della pandemia (e della quarta ondata). Al netto dell’emergere di nuove varianti”. Così il presidente della Fondazione GIMBE, Nino Cartabellotta, in un’intervista concessa a «Rai News», commentando i primi dati Covid del 2022. “Ci sono ancora troppi non vaccinati e il governo è stato tardivo nell’obbligo vaccinale con un target condizionato da compromessi politici al ribasso”, ha sottolineato l’esperto. A fronte di un sensibile aumento delle prime dosi, “il vero problema è che, dei 2,15 milioni di over 50 non vaccinati, non è noto il numero di esentati per patologia”, ha chiarito Cartabellotta.

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Cartabellotta: «La curva dei contagi rallenta. Omicron sottostimata, presto per far previsioni»

“Siamo nel pieno della quarta ondata, con un enorme numero di casi i quali, dopo aver già mandato in tilt i servizi sanitari territoriali, stanno mettendo in difficoltà l’assistenza ospedaliera. Infatti, nonostante le elevate coperture vaccinali “ammortizzano” l’impatto della circolazione virale sugli ospedali, l’ingente numero di positivi in continua crescita “incontra” una popolazione suscettibile troppo numerosa. 2,2 milioni di 0-4 anni non vaccinabili, 8,45 milioni di non vaccinati e circa 15 milioni in attesa della terza dose. Da qualche giorno, tuttavia, si intravedono timidi segnali di rallentamento della curva dei contagi: il tasso di positività dei tamponi molecolari si è ridotto dal 27% al 22%, quello dei tamponi antigenici rapidi si è stabilizzato e la velocità di crescita della curva è rallentata”, ha detto il professor Cartabellotta.

Il presidente della Fondazione Gimbe sempre nell’intervista a «Rai News» ha dichiarato sulla nuova mutazione: “La variante Omicron, la cui circolazione è stata ampiamente sottostimata, ha determinato un cambio di marcia nella salita dei contagi intorno al 10 dicembre, per poi impennarsi poco prima di Natale. L’aumento dei contatti sociali sicuramente ha aumentato la circolazione virale. Ma senza la variante Omicron non avremmo raggiunto quasi 2,8 milioni di nuovi casi in 3 settimane, dal 25 dicembre al 15 gennaio”.

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Coronavirus Italia discesa curva, l’analisi del presidente della Fondazione Gimbe

Cartabellotta non ha voluto far previsioni, sbilanciarsi sul picco, che alcuni esperti hanno collocato a fine gennaio. Il presidente della Fondazione Gimbe ha sottolineato però: “In una pandemia bisogna guardare anche allo “stato di salute” dei servizi sanitari territoriali e ospedalieri, perché il loro sovraccarico rallenta sino a ostacolare l’offerta di tutte le prestazioni, sia quelle necessarie a fronteggiare la pandemia, sia quelle destinate a pazienti non Covid”.

Sull’obbligo vaccinale per gli over 50 Cartabellotta ha asserito: “La Fondazione GIMBE, sin dall’inizio della stagione autunnale, ha ribadito continuamente l’opportunità dell’obbligo vaccinale per tutti gli over 18. La decisione del Governo è stata tardiva e, con un target condizionato da compromessi politici al ribasso rispetto ai desiderata delle varie forze politiche di maggioranza”. L’esperto si è detto poi favorevole ad un ricorso maggiore allo smart working, che servirebbe a limitare i contatti sociali.

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Cartabellotta, critiche al governo per la gestione della scuola

A proposito della scuola Cartabellotta ha detto: “Durante una pandemia la scuola deve essere l’ultima cosa da chiudere e la prima a riaprire. Dal punto di vista politico il governo ha seguito questa linea, ma di fatto non ha chiuso nulla per limitare la circolazione del virus. E, in assenza di interventi strutturali sulle scuole (aerazione, ventilazione), il vero problema non è la sicurezza. Ma la possibilità per le scuole di non ricorrere alla DAD, visto l’elevatissimo numero di contagi, anche tra il personale scolastico. Ovvero, la scuola rimane formalmente in presenza, ma nel mondo reale sempre più classi vanno in DAD. Anche perché è difficile rispettare le nuove norme sulle quarantene, peraltro per carenza di tamponi. E i presidi, per autotutelarsi, attuano la DAD già dal primo positivo e non dal terzo”. Leggi anche l’articolo —> Covid oggi 1.717 in terapia intensiva (+26), 287 morti e 83.403 casi in 24 ore

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