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Coronavirus Italia, evitiamo gli allarmismi e facciamo chiarezza

24/02/2020 19:20 - Aggiornamento 24/02/2020 20:21

In questo momento di emergenza sanitaria internazionale, riuscire a comprendere e trasmettere le informazioni scientifiche non è semplice. Bisogna cercare di essere veloci e precisi allo stesso tempo, nonostante la questione coronavirus sia complessa e delicata. Tentanto di evitare il fomento della psicosi da contagio, cerchiamo ora di fare il punto della situazione in Italia.

Coronavirus Lazio

Coronavirus, il punto della situazione oggi

Al momento il numero dei decessi registrati in Italia è salito a sei, mentre quello dei contagiati è 229. Le vittime sono tutte persone anziane, accomunate da un quadro clinico già compromesso, anche prima di contrarre il coronavirus. Secondo l’ultimo studio epidemiologico pubblicato dal Chinese Journal of Emidemiology lo scorso 17 febbraio, infatti, il tasso di mortalità cresce con l’aumento dell’età: dallo 0,2% al 14,8% tra gli over 80. Tra i casi analizzati, inoltre (72.314 pazienti di cui 44.672 confermati), non ci sono state vittime sotto i 9 anni. Un fattore di rischio rilevante è la presenza di malattie preesistenti: problemi cardiovascolari, diabete, insufficienza respiratoria cronica, ipertensione e tumore. Le malattie croniche, soprattutto, espongono gli individui in età avanzata a un rischio molto più alto, proprio a causa della debolezza del sistema immunitario.

Lo studio ha riscontrato anche una differenza tra il tasso di mortalità maschile e quello femminile: sebbene uomini e donne siano esposti allo stesso modo, sembra che la percentuale nei maschi sia notevolmente più alta (2,8%) rispetto all’altro sesso (1,7%). Secondo un’analisi di Caryn Rabin sul New York Times, “quando si tratta di opporre una risposta immunitaria ad una infezione, gli uomini sono il sesso debole”. Ma i fattori che generano questa disparità sono di diversa natura, uno di questi è il fumo. Sempre il NYT infatti sottolinea che i cinesi rappresentano un terzo dei fumatori di tutto il mondo. Soltanto il 2% delle donne cinesi ne fa uso però, mentre gli uomini fumatori cinesi sono oltre il 50%.⁠

Coronavirus in Italia, perché si sta diffondendo velocemente nel Nord

Al momento l’Italia sta vivendo una situazione critica perché sta cercando i casi più attivamente rispetto ad altri Paesi del mondo. Terzo Stato con più contagiati dopo la Cina (77.262 pazienti e 2.595 persone morte) e la Corea del Sud (763 casi e 7 decessi), in Italia le strutture sanitarie stanno svolgendo un rigido lavoro di controlli e analisi sui pazienti che presentano sintomi di influenza. Il problema iniziale, hanno spiegato, è stato non individuare immediatamente i primi casi di coronavirus e questo ha aiutato la diffusione della nuova influenza. Ricordiamo però che essere contagiati non significa essere condannati a morte. Bisogna continuare a seguire le raccomandazioni dell’Oms, cercando di non cadere nell’isteria e nella psicosi da contagio.

L’emergenza esiste, ma più che per i numeri, per la necessità di contenere la diffusione del nuovo coronavirus: il problema è l’infettività. Se si espandesse troppo velocemente, le strutture non sarebbero in grado di fronteggiare la situazione e si manderebbero in tilt gli ospedali, gli ambulatori e tutti i mezzi di assistenza sanitaria. Il rischio, quindi, è quello di bloccare l’intero sistema sanitario nel caso di un contagio di massa. Esattamente come è successo in Lombardia, dove i centralini del 112 sono stati bloccati dalle chiamate dei cittadini preoccupati che non necessitavano aiuto, ma chiedevano informazioni. Cerchiamo di non perdere il controllo, il Ministero ha previsto dei numeri verdi (1500 nazionale, 800894545 per la Lombardia e 800462340 per il Veneto) da contattare in caso di domande.

coronavirus quarta vittima italia

Coronavirus, la situazione in Italia

Il capo della Protezione civile e commissario straordinario nazionale per l’emergenza Angelo Borrelli ha confermato nella quotidiana conferenza stampa che i contagi e i decessi si riferiscono sempre ai focolai già individuati e ha aggiunto: “I focolai sono ancora quelli indicati. Non ho conferma dalle strutture regionali di un collegamento tra il focolaio del Lodigiano e quello del Padovano”. Lo stesso ha poi precisato che i casi di contagi accertati sono 172 in Lombardia, comprese le quattro vittime. Sommati ai 32 del Veneto, e all’anziano deceduto, ai 18 dell’Emilia Romagna, di cui nove registrati solo oggi, ai quattro in Piemonte e ai tre nel Lazio (considerando anche la coppia di cinesi e il ricercatore già dimesso) si raggiunge un totale di 229 casi.

Di questi, 99 sono le persone ricoverate in ospedale con sintomi, 23 sono in condizioni più serie in terapia intensiva e 91 non hanno sintomi e sono a casa in isolamento. A loro si aggiungono 6 deceduti (cinque in Lombardia e uno in Veneto) e una persona guarita, il ricercatore allo Spallanzani di Roma. A chi chiedeva se è sicuro venire in Italia, Borrelli ha risposto: “In italia si è intervenuto con misure impegnative, c’è sicurezza e si può venire tranquillamente”. Nessuna previsione su quanto sarà necessario mantenere le zone di contenimento nel Lodigiano e le misure straordinarie, Conte ha infatti sottolineato: “Non credo che le misure di contenimento si potranno allentare in qualche giorno”.

Da ieri su disposizione di una circolare del ministero della Salute vengono sottoposti a tampone per la ricerca del coronavirus tutte le persone con sintomi “di malattia da sindrome simil influenzale e sindrome respiratoria acuta e casi sospetti di sindrome da coronavirus”.

Coronavirus, assalto ai supermercati

Sembra che gli italiani si stiano preparando all’apocalisse. I supermercati di varie città, soprattutto al Nord, nelle zone più vicine ai focolai, sembrano essere stati saccheggiati. Scaffali vuoti, file interminabili di persone che corrono ad accaparrarsi gli ultimi generi di prima necessità: l’effetto delle misure d’emergenza in Lombardia si riversa tra gli scaffali del supermercato. A Milano, in particolare, il timore delle conseguenze del virus, il panico e la preoccupazione hanno fatto innescare la caccia ai gel detergenti per le mani, alle mascherine, ai cibi in scatola e alle confezioni d’acqua. Il timore, infatti, è che da un giorno all’altro i negozi di alimentari possano chiudere i battenti all’improvviso, e quindi tra le corsie si vedono scene e carrelli tipici da vigilia di Natale.

Le zone di contenimento

In Lombardia e Veneto sono in arrivo altri 500 agenti delle forze dell’ordine, tra donne e uomini, per pattugliare 35 varchi nel lodigiano (10 comuni) e 8 varchi a Vo’ Euganeo, le zone focolaio del contagio. I cittadini che sono passati o hanno sostato in queste zone in Lombardia e Veneto hanno l’obbligo di comunicarlo alle Asl di appartenenza. Da questa mattina alle 8, quindi, sono attivi i varchi di accesso al comune di Vo’ come misura per contenere la diffusione del Coronavirus. Al momento sono presidiati da Carabinieri e Polizia. Il sindaco, Giuliano Martini, ha però già evidenziato un problema. “Uno dei posti di blocco, al confine con Bestia, dev’essere spostato più indietro, altrimenti ‘taglia’ fuori dal contenimento una cinquantina di famiglie della frazione di Zovon”.

Il governatore della Basilicata, Vito Bardi, ha disposto la quarantena obbligatoria per chiunque arrivi dalle regioni del Nord colpite dal contagio del Coronavirus. Prima di entrare in Basilicata, quinti, dovranno stare in isolamento o a casa per 14 giorni. Il governatore della Lombardia, Fontana, ha criticato la misura: “Credo sia sbagliato generalizzare, per chi rientra dalla zona rossa ha senso, ma per chi arriva dalla Lombardia no, vorrebbe dire bloccare il Paese. A quel punto allora bisogna che ciascuno di noi rimanga nelle proprie case e che il Paese si fermi per 15 giorni”.

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