È una denuncia importante quella di Marco Andreozzi: un ingegnere italiano, di Camaiore, tornato dalla Cina senza ricevere – in aeroporto – alcun controllo per l’accertamento di eventuale contagio da coronavirus. E così, per prudenza, l’uomo – che vive in Cina per lavoro – si è messo in quarantena da solo. La diffusione del virus, che ha mietuto in breve tempo 361 vittime superando i morti della Sars, ha spinto l’ingegnere a tornare in Italia, dove – ha ammesso – si sarebbe aspettato controlli maggiori in aeroporto.
Coronavirus, italiano in quarantena ‘spontanea’: «Mia moglie mi porta il cibo negli orari concordati»
Nessuna visita o controllo in aeroporto per verificare un’ipotetica presenza di coronavirus, per cui – per paura di poter contagiare le persone che gli stanno intorno – l’uomo ha scelto di mettersi in quarantena da sé nella sua stessa casa. Lo riporta La Nazione, a cui l’ingegnere spiega: «Porto la mascherina e mia moglie mi porta il cibo negli orari concordati. Lei e i nostri figli al momento stanno separati da me, al secondo piano». Sebbene l’uomo si trovasse a Guangzhou, a nord ovest di Hong Kong, distante dalla zona focolaio del virus, vista l’epidemia così diffusa, si sarebbe aspettato maggiori controlli al rientro in Italia.
«Per rientrare ho evitato il flusso turistico»
«Ho viaggiato lungo la tratta costiera Pechino, Tianjin, Shanghai, Shanzhen e Guangzhou. – ha raccontato testimoniando un’iniziale scarsa informazione sul virus – Per rientrare ho evitato il flusso turistico verso queste città e quello degli emigranti che tornavano a Wuhan, dal 16 al 20 gennaio». E una volta atterrato si è stupito per la mancanza di controlli. Per questo ha scritto al Ministero della Salute italiano: «Anche se la questione riguarda l’Organizzazione mondiale della sanità, visto che il protocollo ha trascurato gli arrivi da aeroporti intermedi, tipicamente europei».